Matteo Salvini ci ripensa e chiede che il Senato non voti l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti richiesta dal tribunale dei ministri di Catania per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. “La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale” dichiara Salvini.
“Avevo detto che avrei contrastato l’immigrazione clandestina e difeso i confini nazionali. Ritengo importante non siano date versioni distorte. Non intendo sottrarmi al giudizio” così in una lettera al Corriere della Sera il ministro dell’Interno e vice premier. “I giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno. In altre parole, è una decisione che non sarebbe stata possibile se non avessi rivestito il ruolo di responsabile del Viminale.
Sul voto per l’autorizzazione a procedere del Senato nei confronti del ministro Salvini per il caso Diciotti, rischia di saltare la maggioranza? “No. E’ stato Salvini, mi pare, a chiedere di andare in giudizio. Non è un processo a lui e non sara’ un processo al Governo, perché sara’ il Governo stesso a dire in modo compatto che quella era una decisione collegiale di tutto l’esecutivo” afferma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti ed esponente del M5S, Danilo Toninelli.
“Sequestrare persone in mare o in un porto non ha nulla a che fare con l’interesse pubblico. E’ contro la Costituzione. Salvini gioca allo sceriffo, si sente sopra la legge, ma poi vuole lo scudo del Senato. Si difenda nel processo e non dal processo” scrive su Twitter, il candidato alla segreteria del Partito democratico Maurizio Martina.