Renzi convoca i partiti domattina a Palazzo Chigi
Oggi Bruxelles è una capitale sotto attacco, così come lo è stata Parigi in questo anno. Bruxelles è anche la capitale europea e colpirla nella fermata metro vicino al Parlamento è una chiara dichiarazione di guerra. Le reazioni del mondo politico italiano non sono tardate ad arrivare.
Dopo gli attentati di Bruxelles il premier Matteo Renzi ha convocato a Palazzo Chigi alle 7.30 una riunione con i capigruppo di maggioranza e opposizione, per fare un confronto sui temi della sicurezza e del terrorismo. Il vice-premier Angelino Alfano ha appena promosso come capo nazionale antimafia all’unità antiterrorismo Franco Roberti, ricordando i dati sulle espulsioni per i presunti foreign fighter e come la prevenzione sia la migliore soluzione contro il terrorismo.
Come era già accaduto dopo i fatti di Parigi, dunque, la politica cerca di mostrare una reazione unitaria di fronte alle stragi rivendicate dall’Isis. I vertici del Partito democratico rivolgono un appello a fronteggiare “l’attacco al cuore dell’Europa”, andando “al di là dei colori politici”. Ma non tutte le reazioni sono unanimi: d’altra parte non era accaduto nemmeno dopo gli attentati di Parigi e in questo momento, a pesare, è anche l’imminente tornata elettorale. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sottolinea come “la nostra libertà” sia sotto attacco del “fanatismo islamico” e aggiunge: “Basta subire, basta idiozie buoniste”.
Chi sembra voler cavalcare gli eventi è soprattutto Matteo Salvini che peraltro, essendo anche un europarlamentare, è rimasto bloccato nel Parlamento della capitale belga. Per lui a questo punto è necessario “bonificare via per via i ghetti” e soprattutto l’Italia dovrebbe “chiudere le frontiere”. Ed è soprattutto al leader leghista che il premier Matteo Renzi è sembrato rivolgersi durante la sua dichiarazione a palazzo Chigi. “Non è tempo degli sciacalli ma neanche delle colombe”, “non ci sono – ha sottolineato – soluzioni miracolistiche e chi le propone non si rende conto di quanto sarà difficile e lunga questa storia. Chi dice chiudiamo le frontiere non si rende conto che spesso i terroristi sono già dentro, chi oggi fa polemica non capisce che tutti i cittadini hanno bisogno di sentirsi parte della stessa comunità: di fronte ad attacchi come questi non c’è colore politico o partitico”.
Si dice invece pronto a fare la sua parte “in un quadro di unità nazionale” il partito di Silvio Berlusconi che, però, con Renato Brunetta punta il dito contro la debolezza dell’esecutivo. “Noi offriamo totale disponibilità – ha detto il capogruppo alla Camera – ma il governo deve avere capacità di ascolto” e riconoscere che “oggi non ha la forza di affrontare le emergenze nazionali”. Il M5s, con Carlo Sibilia, concentra l’attenzione soprattutto su un altro punto: la necessità di “dotarsi di una intelligence interconnessa fra i paesi dell’Unione europea”.
Questa si pone quindi come la giusta soluzione per l’Italia e per l’Europa per combattere questo attentato che sembra l’ennesimo attacco di una guerra più complessa. Come disse Ronald Reagan nel celebre discorso “Tempo di decidere” nel 1964, non si tratta di scegliere tra la pace e la guerra ma tra la lotta e la resa. Lottare con tutte le risorse a disposizione del mondo libero, a cominciare dai valori etici e dagli incentivi economici, ricorrendo all’azione militare come ultima ratio.