Non si placano le polemiche del mondo politico e dell’antimafia sull’intervista andata in onda ieri sera a Porta a Porta a Salvo Riina, il figlio del super-boss mafios Totò in carcere dal 1993 e mandante degli attentati a Falcone e Borsellino, uno tra i più sanguinari capi mafia, tanto da essere soprannominato La Belva a causa della sua indicibile ferocia.
L’Onorevole Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato calabrese assassinato negli anni ’90 dalla ‘ndrangheta, dichiara: “Il problema alla fine non è se Vespa dà spazio nella sua trasmissione al figlio (mafioso) di uno dei mafiosi più sanguinari della storia di Cosa Nostra, il problema è che la pubblicazione del libro di Riina jr è la notizia a del giorno [..] Ed è così indispensabile dare spazio con tanta enfasi al figlio di un mafioso che non ha mai rinnegato, non dico il padre, ma nemmeno il capo mafioso?”
La deputata di NCD incalza: “Caro Riina jr. se avessi davvero voluto raccontare qualcosa di nuovo, avresti potuto cominciare col rinnegare la tua famiglia mafiosa e chiedere perdono, prendendo le distanze dalle scelte sanguinarie di tuo padre. Quello sì, avrebbe avuto un senso. Ma forse non qui, non ora, non finché la spettacolarizzazione della mafia e la possibilità di buttarla in caciara mediatica, hanno la meglio su rispetto e memoria delle vittime.”
Giuseppe Salvatore Riina, 38 anni, è stato condannato per associazione mafiosa. Il 2 ottobre 2011, dopo aver scontato completamente la pena di 8 anni e 10 mesi, viene nuovamente rilasciato sotto prevenzione con obbligo di dimora a Corleone e comincia a trapelare la notizia di un suo piano per fare un attentato all’ex Ministro della Giustizia Angelino Alfano per via dell’inasprimento del regime di 41-bis.