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L’Istat dà i numeri sul lavoro, Boccia soddisfatto

L’Istat ha diffuso i dati relativi all’occupazione in Italia nel primo trimestre del 2016. Numeri col segno più ma che evidenziano ancora le difficoltà del nostro Paese in termini occupazionali. Vediamoli nel dettaglio:

+242 mila occupati primo trimestre
Nel primo trimestre l’occupazione è in crescita con 242 mila occupati in più su base annua (+1,1% nei dati grezzi). L’Istat sottolinea che rispetto al trimestre precedente c’è un “moderato aumento” dello 0,1%. Il contributo decisivo viene dall’occupazione a tempo indeterminato (+341 mila) fronte della sostanziale stabilità di quella a termine e del calo degli indipendente.

1,7 mln disoccupati da oltre 12 mesi 
I disoccupati nel primo trimestre sono 3 milioni e 87 mila (-215 mila in un anno) e di questi 1 milione 759 mila sono in cerca di occupazione da almeno un anno (-127 mila). Dall’Istituto spiegano che l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (almeno 12 mesi) rimane sostanzialmente stabile al 57% sul totale disoccupati. Il tasso di disoccupazione nel primo trimestre si attesta all’11,6%, come nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Nei dodici mesi c’è invece un calo di 0,9 punti.

Mercato migliora,+2,1% ore lavorate trimestre
L’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico registra aumenti dello 0,5% su base congiunturale e del 2,1% in termini tendenziali e queste aumento coinvolge tutti i principali settori economici, a eccezione delle costruzioni.

Si cerca sempre più con parenti e amici, meno su web 
Per trovare lavoro sempre più persone usano il “canale informale” di rivolgersi a parenti, amici e conoscenti è l’azione più diffusa e in crescita. Lo fa l’84,8% nel primo trimestre (+1,4 punti sul primo trimestre 2015). L’invio di curriculum, invece, è usato dal 69,2% di chi cerca lavoro e la ricerca tramite internet dal 55,4% (-3,6 punti), azioni più frequenti trai giovani e trai laureati.

Il presidente di Confindustria Boccia si ritiene soddisfatto
“Dobbiamo spingere sulla crescita perchè senza crescita non c’e’ occupazione”. Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine di un evento Unindustria ha risposto ad una domanda sul merito del Jobs Act rispetto al miglioramento dei dati sull’occupazione rispetto all’anno precedente. “Sicuramente sì”, ha aggiunto Boccia, “ma si tratta di invertire proprio il paradigma di ragionamento: più crescita più occupazione, quindi più stabilita del paese”.

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