Dare valore a un prodotto che è l’emblema stesso del made in italy: la pizza. Questa l’idea arrivata dai senatori di Forza Italia Bartolomeo Amidei e Paola Pelino per l’istituzione di un albo professionale dei pizzaioli, progetto in linea con la proposta dello scorso marzo, di inserire la pizza nella lista dei Patrimoni Mondiale dell’umanità Unesco giunta dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Un provvedimento che certificherebbe i pizzaioli come artigiani, elevando la qualità dei loro prodotti e “blindando il marchio-pizza”, prodotto conosciuto e diffuso in ogni parte del mondo.
Secondo il ddl 2208 accede al titolo chi ha esercitato la professione per almeno 18 mesi e chi supera un esame dopo un corso teorico-pratico di 120 ore. Riconosciuta anche la categoria dei maestri pizzaioli, ovvero coloro che hanno esercitato la professione per almeno 10 anni o che dirigono squadre composte da almeno 4 collaboratori. La copertura finanziaria del provvedimento è indicata in 5 milioni di euro.
“Da italiani abbiamo la responsabilità di difendere il made in italy – dice Amidei – oggi nel nostro Paese circa 100mila persone ‘fanno pizza’, con gli aiuto-pizzaioli arriviamo a 150mila. Le pizzerie rappresentano il 50% del fatturato totale della ristorazione. Numeri enormi che spingono verso il riconoscimento della professione del pizzaiolo, per esercitare la quale occorre una preparazione meticolosa. Si sente parlare spesso di frodi alimentari, contraffazione e cibo avariato per la sicurezza degli alimenti credo sia molto importante anche il controllo finale di colui che tocca e cucina il cibo, portandolo in tavola”.
I NUMERI DELLA PIZZA
Secondo il sito della Ristorazione Italiana Magazine e Accademia dei Pizzaioli, i ristoranti-Pizzeria sono circa 42.000, mentre le Pizzerie Artigianali per l’asporto, taglio e domicilio sono circa 21.000, il totale degli esercizi che producono pizze fresche da consumare subito sono circa 63.000. Pizzaioli e aiuto pizzaioli impiegati a tempo indeterminato e Pizzaioli, che sono anche proprietari dell’attività sono circa 100 mila. Di questi, 65.000 sono Italiani, 20.000 Egiziani, 10.000 Marocchini (con Kebab), 5.000 dall’Est Europa, Asia ed altro. Nei fine settimana bisogna considerare all’incirca un altro aiutante Pizzaiolo e quindi si arriva ad altri 50.000 lavoratori circa. Se ne deduce che fra Pizzaioli ed aiuto pizzaioli, nei fine settimana, ce ne siano al lavoro circa 150.000 unità. Il totale delle pizze preparate e vendute in questi locali sono poco più di 5 Milioni al giorno, moltiplicate per 27 giorni lavorativi porta a 135 Milioni di pizze al mese e moltiplicando per 12 mesi porta ad un consumo di 1.620.000.000. Un miliardo e 620 milioni di pizze all’anno sono quelle mangiate presso le Pizzerie e Ristoranti-Pizzerie e quelle portate a casa, o chiamate a domicilio, ma sempre prodotte fresche ed al momento presso questi locali. La Pizza più mangiata è senz’altro la Margherita, nelle varie scelte: semplice o con mozzarella di bufala. Seguono quelle classiche: Prosciutto, Funghi, Capricciosa, Carciofini, Salamino, Tonno, in tutte le loro varianti e versioni. A seguire le pizze senza pomodoro, chiamate in bianco, poi quelle speciali, quelle della casa e quelle locali, caratteristiche e che usano, in particolare, i prodotti tipici del territorio.