La Camera non si costituisce parte civile e M5S si scaglia contro la Boldrini
La vicenda dello scontro fisico tra il questore della Camera Stefano Dambruoso e la deputata pentastellata Loredana Lupo, che si verifico nell’aula di Montecitorio il 29 gennaio 2014, continua a produrre polemiche.
L’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati è tornato ad occuparsi della questione a seguito della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Stefano Dambruoso inoltrata dal magistrato in conseguenza della querela sporta dalla Lupo.
L’ufficio di Presidenza ha considerato inammissibile la richiesta di autorizzazione a procedere perché il comportamento tenuto da Dambruso nel gennaio 2014 nel corso del movimentato finale di seduta che segui l’approvazione del decreto Imu-Bankitalia, e per il quale lo stesso UDP gli comminò una sospensione di 15 giorni, non rientra sotto l’ombrello dell’insindacabilità parlamentare e dunque non vi è bisogno di alcuna autorizzazione della Camera di appartenenza.
Le polemiche, però, sono riesplose perché più di un esponente pentastellato, tra cui anche il vicepresidente di Montecitorio Di Maio, si è scagliato contro la presidente Boldrini per la decisione sempre deliberata dall’Ufficio di presidenza di non costituirsi in giudizio come parte civile.
La polemica sollevata dai 5 stelle ha trovato terreno fertile nell’accusare la Presidente Boldrini di non tutelare adeguatamente una donna, come la deputata Lupo a seguito di un fatto verificatosi proprio nell’emiciclo di Montecitorio con la Boldrini che presiedeva. Allo stesso tempo, però, la polemica è strumentale perché la decisione di non costituirsi parte civile non è stata presa dalla sola presidente della Camera ma dall’ufficio di Presidenza nel suo insieme con un voto nel quale solo i tre membri pentastellati hanno votato a favore.