di Roberta Pugliese
A un anno di distanza dall’approvazione del disegno di legge sugli ecoreati, stamattina la Sala Koch del Senato ha ospitato il resoconto ecomafie 2016 di Legambiente. I dati lasciano trapelare uno scenario preoccupante per ciò che riguarda la corruzione ambientale che vede la Lombardia guidare la classifica italiana con ben 40 indagini in corso, seguita a ruota dalle regioni purtroppo già note come Lazio, Campania, Sicilia e Calabria; desta particolare allarme anche il fenomeno dell’abusivismo edilizio e del ciclo del cemento che ha registrato la costruzione di 18 mila immobili fuori legge con 1.275 sequestri, solo per citare alcuni dati.
Da Legambiente arrivano alcune proposte: incrementare la lotta alla corruzione in campo ambientale; facilitare l’iter per le demolizioni degli ecomostri; inserire un nuovo articolo nel Codice penale sui reati contro fauna e flora protette; creare una polizia ambientale; rendere più efficace la tutela pensale dei beni culturali, artistici e archeologi.
Rossella Muroni, Presidente Nazionale di Legambiente, ha coordinato i lavori aperti dal Presidente del Senato Piero Grasso, il quale ha ricordato quanto fondamentale sia la tutela dell’ambiente e di quanto sia necessario, nella lotta agli ecoreati, rafforzare gli interventi contro la corruzione che troppo spesso porta a far prevalere gli interessi privati delle imprese e dei corrotti su quelli generali. Il Presidente Grasso ha poi puntualizzato che, nella battaglia all’illegalità ambientale, è importante punire i responsabili dei crimini quanto ripristinare l’ambiente ferito riportandolo allo stato precedente.
Presente al dibattito anche il Ministro Gianluca Galletti: “Quando approvammo questa legge ci furono forti critiche prima di arrivare al traguardo, ma una politica ambientale efficace aiuta l’economia e ora, grazie alle norme sugli ecoreati, anche alcune filiere sono cresciute”, ha affermato il Ministro.
Una sintesi del rapporto ecomafia 2016 è stata illustrata da Stefano Ciafani, Direttore Generale di Legambiente, delineando un quadro positivo che vede il business delle ecomafie calare di quasi 3 miliardi dall’introduzione della norma. Un primo passo importante.
Nel corso della mattinata, non poteva mancare il contributo di Ermete Realacci, primo firmatario della legge sugli ecoreati, il quale ha confermato l’importanza della legge come strumento efficace contro l’ecomafia e a tutela della legalità, dell’ambiente, della salute e della buona economia.
Ad illustrare il resoconto di Legambiente anche Alessandro Bratti, Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, e Rosy Bindi che ha sostenuto la necessità di rafforzare il sistema italiano nel suo insieme “Le mafie laddove trovano varchi e possono fare affari, entrano” ha affermato il Presidente della Commissione Antimafia.