“Apprendiamo dalle parole del deputato Stefano Dambruoso, pronunciate a nome del Collegio dei Questori, che ancora una volta la Camera vuole rincorrere l’antipolitica colpendo la categoria più debole: quella dei collaboratori parlamentari” così la presidente dell’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari, Valentina Tonti, prende posizione nel dibattito sul bilancio interno della Camera dei deputati, dove il questore Dambruoso ha affermato che “una modifica dell’attuale assetto, sul modello di quanto previsto da altri Parlamenti europei, non sarebbe compatibile con le esigenze di contenimento della spesa dell’Istituzione parlamentare“. Nessuna regolarizzazione, dunque, per i collaboratori parlamentari italiani.
“La litania sul risparmio dei costi – continua Tonti – è una clava che viene utilizzata a seconda delle convenienze. E così, mentre su una serie di voci non si bada a spese, i collaboratori parlamentari, categoria più debole dei due rami del Parlamento, possono restare l’unica voce su cui l’Ufficio di Presidenza si impegna per contenere i costi. Si tratta, molto spesso, di giovani professionisti che lavorano per qualche centinaio di euro con contratti precari, quando non del tutto in nero, e che, stando a come si è espresso il collegio dei Questori, possono continuare ad essere l’anello debole della catena, mal pagati e ricattabili.”
“La rincorsa all‘antipolitica diventa inutile e controproducente quando le parole d’ordine contro il Palazzo sono interpretate strumentalmente da chi, proprio dentro il Palazzo, ha il potere solo per conservare intatti i privilegi esistenti, lasciando che gli ultimi restino gli ultimi, invece di seguire i migliori esempi europei per tutelare professionalità di lavoratori che tengono in piedi la macchina”, conclude la Presidente di AICP.