E’ stato presentato alla Farnesina il nuovo Sistema Italiano di Cooperazione allo Sviluppo. L’evento è stato aperto dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni e dal Vice Ministro Mario Giro, ed ha visto la partecipazione di Giampaolo Cantini, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, Laura Frigenti, Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e Bernardo Bini Smaghi, Direttore del Business Development di Cassa Depositi e Prestiti.
La Cooperazione allo Sviluppo italiana è stata recentemente oggetto di un importante processo di riforma che ha dato vita a una nuova architettura istituzionale mirata e renderne più efficiente il funzionamento e a incrementare la coerenza delle politiche di Cooperazione. Tale sistema si caratterizza per la guida nella definizione delle politiche da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalla istituzione di un’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo con un ruolo di implementazione e, dalla previsione di innovativi meccanismi di partenariato pubblico – privato nel settore dello sviluppo, da realizzare anche grazie al supporto di Cassa Depositi e Prestiti.
“Il mondo della cooperazione italiana si presenta con caratteristiche nuove e rinnovate, molto più funzionali agli obiettivi che il governo si e’ proposto, tra cui far fronte alle emergenze migratorie, climatiche, umanitarie che l’attuale contesto storico ci pone davanti“. Cosi’ il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni, intervenendo oggi in Farnesina alla conferenza di presentazione della riforma della Cooperazione allo sviluppo. Grazie all’approvazione della legge 125, anche in tempo di risorse scarse “sara’ possibile imprimere un positivo cambio di marcia a questa attività“, ricorda il ministro.
Gli obiettivi di questa riforma sono avere maggiore coordinamento all’interno del governo, migliorare il coinvolgimento delle diverse componenti operative in questo ambito e infine “aumentare le risorse“, per cui è stato deciso un raddoppiamento tra il 2016 e il 2018. “Si è passati dall’investire lo 0,12 per cento del Pil nel 2012, ma ora– tiene a sottolineare- siamo allo 0,22 per cento per il 2016 e arriveremo allo 0,30% nel 2020“.
Tali obiettivi per il ministro “sono di importanza politica più generale poichè mai come oggi, nel contesto attuale del Mediterraneo, e’ importante ristabilire le relazioni diplomatiche“, a fronte delle molte crisi – da quella migratoria ai conflitti – “che la cooperazione può ridurre“. Il pensiero corre anche ai recenti attacchi terroristici, l’ultimo di nuovo in Francia ieri. Quindi il monito: “non si può reagire solo guardando alla propria sicurezza interna ma bisogna rispondere a tale disordine moltiplicando le risorse. Dunque l’obiettivo del governo italiano e’ rafforzare le relazioni sia a livello bilaterale che multilaterale, coi diversi organismi internazionali e tramite infine la cosiddetta cooperazione ‘delegata’, cioè attraverso i fondi europei“.
Tutto questo per Gentiloni è un modo per risolvere tali fenomeni negativi, ma attenzione a non concentrarsi solo su quelli: “esistono anche tante esperienze positive – come l’empowerment femminile, la creazione di imprese all’estero e cosi’ via – che non vanno dimenticate“.