Il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) sta presidiando il settore dei call center attraverso l’attuazione di interventi idonei a contrastare il fenomeno della delocalizzazione e azioni mirate a mitigare l’impatto sociale provocato dalla profonda crisi che sta attraversando il settore.
In particolare, sulla delocalizzazione, per rendere efficace la normativa in materia (art. 24bis DL 83/2012) era stato inserito uno specifico emendamento nel DDL Concorrenza. Dati i ritardi che quest’ultimo sta incontrando nell’iter legislativo, il Ministero ha stabilito di intervenire con altro provvedimento. Si interverrà anche sul tema degli ammortizzatori sociali per il settore dei call center.
Il Ministro Carlo Calenda ha inoltre inviato lo scorso 7 ottobre una comunicazione agli Amministratori Delegati delle maggiori aziende committenti pubbliche e private coinvolte sollecitandole al rispetto della norma che contrasta le delocalizzazioni in Paesi extraeuropei e invitandoli a predisporre quanto necessario a consentire all’utente finale di scegliere che il servizio richiesto sia reso tramite un operatore collocato in Italia.
Il 17 ottobre scorso, i rappresentanti delle Aziende committenti sono stati convocati al Mise. Il Ministro Carlo Calenda ed il Vice Ministro Teresa Bellanova sono stati perentori nell’indicare la linea di tolleranza zero del governo nei confronti di chi continuerà a procedere con modalità di gara che, permettendo aggiudicazioni a prezzi al di sotto dei livelli di retribuzione indicati dai contratti nazionali di lavoro maggiormente rappresentativi, consentono alle aziende fornitrici di applicare i cosiddetti “contratti pirata”. Il Ministro e la Vice Ministro hanno indicato la necessità che le eventuali distorsioni esistenti vengano eliminate nel più breve tempo possibile.
Il Mise è da tempo impegnato a gestire le singole crisi di aziende del settore, che continueranno ad essere trattate con incontri dedicati finalizzati alla ricerca di positive soluzioni di tutte le situazioni di disagio occupazionale anche in virtù della recente approvazione della clausole sociale.