“Il rinvio della proposta Lombardi in Commissione Affari Costituzionali sia l’occasione per riconoscere il ruolo dei collaboratori parlamentari” è questo l’auspicio che arriva dall’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari (AICP) a seguito del voto della Camera dei deputati in tal senso.
“Noi accogliamo positivamente il ritorno del testo in commissione – dichiara la Presidente Valentina Tonti – perché nella formulazione presentata in Aula non vi era accenno alcuno alla figura dei collaboratori parlamentari. Noi chiediamo di partire da un dato di fatto: parte dello stipendio del parlamentare è stato previsto per pagare i collaboratori e non è giusto che deputati e senatori ne dispongano arbitrariamente, infischiandosene talvolta di leggi e diritti. In Europa funziona molto diversamente e le risorse sono molto diverse”.
Prendendo d’esempio i principali paesi europei in termini di retribuzione ai parlamentari, in Francia sono stanziati 9.138 euro per non più di cinque collaboratori, in Germania ogni deputato può assumerne a carico del Parlamento per un massimo di 14.712 euro, in Gran Bretagna i collaboratori li paga un’agenzia per conto del Parlamento, fino a un massimo di 10.500 euro al mese, mentre nel Parlamento europeo i collaboratori sono retribuiti dall’istituzione per un importo massimo di 19.709 euro.
“Quella che poteva essere un’occasione di revisione complessiva del sistema di indennità e di rimborsi riconosciuti ai membri del Parlamento – si legge nella nota dell’Associazione – si è trasformata in un dialogo tra sordi, con prese di posizione demagogiche. Una decurtazione pura e semplice dell’indennità sarebbe ricaduta in ogni caso sulle nostre spalle, dato che, i tagli agli stipendi dei parlamentari si traducono sempre in tagli agli stipendi dei collaboratori. Ringraziamo tutti i deputati di tutti gli schieramenti che hanno cercato di recepire le nostre istanze, che sono indiscutibilmente battaglie di legalità.”
“Per quanto ci riguarda, noi restiamo aperti al confronto con tutti, sperando che la riapertura dei tempi di discussione possa servire a fare le cose sul serio, per una riforma che migliori per davvero l’efficienza delle Camere” ha concluso la Tonti.