Oggi 10 febbraio è la Giornata del Ricordo, istituita con la legge del 30 marzo del 2004, che celebra la memoria della tragedia degli italiani in esodo dalle terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. La data scelta è il 10 Febbraio poiché nel 1947, esattamente 70 anni fa, veniva firmato a Parigi il Trattato di pace tra l’Italia e le forze alleate che poneva fine alla guerra ma che lasciò irrisolta più di una problematica relativa al nostro confine orientale.
Centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dagli insegnanti, si sono riunite nell’Aula di Palazzo Montecitorio insieme ai componenti delle Associazioni degli Esuli.
La manifestazione è introdotta dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini. Presenti il Presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati e il Presidente del Senato, Pietro Grasso.
In apertura il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Le cicatrici dei feroci crimini nella Seconda Guerra Mondiale che nel dopoguerra si tradussero anche in una strage di italiani, e che si accompagnarono alle sofferenze di decine di migliaia di famiglie costrette ad abbandonare case e lavoro nella zona di Trieste, in Istria, a Fiume e nelle coste dalmate costituiscono parte della nostra storia. L’Europa della pace, della democrazia, della libertà, del rispetto delle identità culturali, è stata la grande risposta agli orrori del Novecento, dei quali le foibe sono state una drammatica espressione
“Un silenzio troppo lungo – dichiara Laura Boldrini – era calato sugli italiani uccisi dalle autorità comuniste jugoslave e sul dramma dell’esodo. Un silenzio figlio della Guerra fredda, delle contrapposizioni ideologiche e di quel cinismo che a volte è presente nelle relazioni diplomatiche.”
“E’ un percorso lungo, che, nel tempo, ha dovuto fare i conti con reticenze ideologiche,rimozioni interessate e molte strumentalizzazioni – scrive il presidente del Senato Pietro Grasso -. Per riconciliarci con le popolazioni di Slovenia e Croazia è fondamentale continuare a impegnarsi affinché emerga la verità: da un lato, per gli stati ex-jugoslavi, è stato necessario riconoscere il calvario patito dagli italiani e le brutalità delle più spietate fazioni titine nei loro confronti; noi, invece, dobbiamo continuare ad elaborare una severa riflessione sulle colpe del fascismo, sui crimini e sulle sofferenze inflitte alla minoranza slovena e croata negli anni bui della dittatura.”
