“Il verbo del congresso e delle primarie non e’ ‘Andatevene!’ ma ‘Venite!’, portate idee, portate sogni, portate critiche. Venite, partecipate. E’ inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia. Quando si è votato per fare il congresso – dopo quattro ore di riunione in direzione con oltre un milione di persone che hanno seguito il dibattito – e’ finita 107 a 12 per quelli che vogliono fare il congresso. Venite, amici. Dico anche a chi sta fuori dal Pd ‘venite e iscrivetevi’ (c’e’ tempo fino al 28 febbraio)”. Lo scrive il segretario dem Matteo Renzi nella sua enews. “Facciamo presto il confronto interno, anche perchè sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno. E poi riprendiamo a parlare fuori. A fare proposte al Paese. A confrontarci sui problemi reali delle persone”, spiega l’ex presidente del Consiglio che invita “a vivere il congresso non come scontro sulle poltrone, ma come confronto di idee“.
Per questo, annuncia Renzi, “dal 10 al 12 marzo con gli amici che sosterranno la mozione congressuale ci vedremo a Torino, al Lingotto. Nel luogo dove nacque il Pd a fare? il tagliando a quell’idea di quasi dieci anni fa. Ma anche a fare le pulci all’azione di governo di questi tre anni per costruire il prossimo programma. Cosa ha funzionato, cosa no. Cosa dobbiamo fare meglio, oggi e domani. Una discussione vera, senza rete“. Continua il segretario dem: “Vogliamo portare energia e entusiasmo nella vita di questo Paese e nel congresso. Non polemiche astratte ma idee, speranze, sogni. Avete voglia di darmi una mano? Si riparte, ci si rimette in cammino, c’e’ bisogno di tutti. Fare del congresso e delle primarie un’occasione bella per dire ‘Mi sta a cuore, m’impegno, ci sono’. Non lascio il mio Paese a chi sa solo protestare. Vi va? E allora Venite! Non andatevene, venite!“.
Il segretario Pd ripercorre poi le vicende interne al partito delle ultime settimane. “Mentre a Rimini è in corso l’assemblea degli amministratori (tante idee, tanti stimoli, tante proposte) -scrive Renzi – da Roma si alza la voce di Massimo D’Alema che in una affollata assemblea dice ‘O congresso o sarà scissione’, seguito – nel richiamo alla scissione – da altri leader della minoranza. Mi domando come sia possibile fare una scissione sulla data di convocazione del congresso e non sulle idee. Ma non è la prima volta che alcuni compagni di partito cercano ogni pretesto per alimentare tensioni interne. E io non voglio dare alcun pretesto, davvero. Voglio togliere ogni alibi. E anche se il grido ‘congresso o scissione’ sembra un ricatto morale, accettiamo di nuovo il congresso dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili. Chiarito che noi ‘ragazzi, dobbiamo essere responsabili’, dobbiamo anche dire che se uno ha idee diverse, ha il dovere di proporle. E in un partito democratico il congresso (con primarie) non e’ una parolaccia, ma il luogo in cui decidono gli iscritti e i simpatizzanti. Tante volte siamo stati accusati di essere autoreferenziali. Bene, tiriamo fuori le proposte e confrontiamoci con la nostra gente. Vinca il migliore. E chiunque vinca, tutti a dare una mano“
E alla fine della enews, l’ex presidente del Consiglio ribadisce: “Sulla durata del Governo, altro argomento che ha appassionato per tante settimane gli addetti ai lavori ma che non mi riguarda, non decido io. Decide il Premier, i suoi ministri, la sua maggioranza parlamentare. E vediamo se almeno su questo possiamo finalmente smettere di discutere“.
