L’aula della Camera ha approvato alcuni ordini del giorno al decreto Milleproroghe che impegnano il Governo a sopprimere le norme ribattezzate ‘anti-Flixbus‘ introdotte durante l’esame del provvedimento in Senato. Un altro intervento correttivo potrebbe arrivare attraverso il Ddl concorrenza attualmente all’esame di Palazzo Madama.
“In questi giorni si è parlato molto della protesta dei tassisti e meno della norma anti-Flixbus che voleva cancellare il diritto di tanti consumatori a viaggiare su autobus lowcost. Ho chiesto al governo di cancellare questa norma e il governo ci ha dato ragione: sarà abrogata al primo provvedimento utile”: lo annuncia Andrea Mazziotti, relatore del decreto Milleproroghe alla Camera e deputato di Civici e Innovatori, dopo l’approvazione da parte dell’Aula di Montecitorio di alcuni ordini del giorno su questo tema. “Sono molto soddisfatto e altrettanto contenti saranno i tantissimi viaggiatori che in questi anni hanno avuto più possibilità di scelta. Vince la concorrenza, vince il libero mercato, sempre nel perimetro fissato dalla legge” conclude il presidente della Commissione Affari Costituzionali.
Soddisfazione per l’approvazione di un ordine del giorno a sua firma (insieme a Bianconi e Corsaro) viene espressa dal deputato di Direzione Italia Daniele Capezzone: “Il Governo ha detto sì al nostro ordine del giorno presentato con i colleghi Corsaro e Bianconi sul tema Flixbus, per consentire a questo servizio di poter esistere e competere con gli altri, senza subire danni. Ora (essendo stati ammessi, oltre al nostro, anche altri due odg convergenti, a prime firme dei colleghi Mazziotti e Boccadutri), la strada per risolvere il problema e garantire la vita di Flixbus è aperta. O nel provvedimento sulla concorrenza o nel primo provvedimento utile, l’impegno ora c’è. Va rispettato. Bene”, conclude.
L’approvazione da parte del Senato norme di norme contro i bus low cost, sottolinea Sergio Boccadutri (Pd), firmatario di uno degli odg approvati, “è stato un grave errore, a cui il Governo si è prontamente impegnato a rimediare quanto prima, anche per non incorrere nel rischio di una procedura di infrazione europea oppure una censura da parte della Corte Costituzionale”. “Le norme di cui ho chiesto la soppressione sono infatti lesive di alcuni principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell’attività di impresa e del libero gioco concorrenziale; violano il principio della certezza del diritto, pregiudicano gravemente il legittimo affidamento degli operatori economici sulla normativa vigente, in base alla quale le aziende costruiscono il proprio business model e programmano i loro investimenti, e violano la concorrenza nel settore dei servizi automobilistici regionali di competenza statale, riducendo l’offerta di servizi ai passeggeri”. “Oggi – conclude – non abbiamo potuto fare di più in quanto il Milleproroghe non era passibile di modifiche in considerazione dell’ormai prossima scadenza dei termini di conversione, ma contiamo di porvi rimedio quanto prima probabilmente in occasione dell’esame del disegno di legge annuale sulla concorrenza, che a breve riprenderà il suo corso”