L’Italia avrà presto un reddito di inclusione che consentirà alle persone rimaste senza lavoro e in condizioni di indigenza di usufruire di un introito che potrebbe arrivare fino a 500 euro mensili, a determinate condizioni.
La misura è prevista dal disegno di legge sul contrasto alla povertà che il Senato ha approvato oggi in via definitiva, e che delega il governo a intervenire entro sei mesi con un decreto apposito. Il reddito di inclusione sarà una misura unica a livello nazionale, di carattere universale, subordinata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di inclusione, articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona.
Per beneficiare della misura sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. E’ previsto un graduale incremento del beneficio e dell’estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni. Inizialmente, come spiega il vicepresidente del Pd Stefano Lepri, riguarderà “due miliardi di euro per 500mila famiglie in difficoltà. Una giornata storica con il via libera alla legge per il contrasto alla povertà, che darà una risposta di sistema, non più limitata o settoriale”
Un provvedimento simile, ma non uguale, a quel reddito di cittadinanza che è da sempre il grande cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, con il quale in aula è stato forte il dibattito: “Avete impedito per tre anni di portare in aula il reddito di cittadinanza per un bonus come questo, perché solo di bonus si può parlare, e non avete consentito al Parlamento di legiferare” è una delle tante accuse grilline, nello specifico firmata Nunzia Catalfo. La risposta della maggioranza è sempre nelle parole di Stefano Lepri. Con il reddito di inclusione”oggi ribadiamo che non c’è un diritto all’ozio, e che non ci convincono soluzioni che favoriscono l’indolenza. La proposta che oggi approviamo non disincentiva l’impegno ed è un gran passo avanti per la protezione sociale”.
Secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti “si compie oggi un passo storico: per la prima volta il nostro Paese si dota di uno strumento nazionale e strutturale di contrasto alla povertà che ci consente di introdurre progressivamente una misura universale fondata sull’esistenza di una condizione di bisogno economico e non più sull’appartenenza a particolari categorie”.
Il link al testo approvato.