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Il Garante dei detenuti Palma ha presentato la Relazione 2017 al Parlamento.

di Otto Fiore

Il richiamo della Corte di Strasburgo del 2013, che ha imposto all’Italia un cambio di passo sulle carceri, “è stato declinato in positivo“, la sentenza non è stata “archiviata, ma ha suscitato una serie di riflessioni e di interventi che hanno consistentemente ridotto i numeri delle presenze e aumentato quelli dell’accesso a pene alternative“, ci sono però “criticità che si riaffacciano“, per quanto riguarda il sovraffollamento, e preoccupa la questione non ancora affrontata della “qualità” della pena detentiva. E’ quanto sottolinea il Garante dei detenuti, Mauro Palma, nella sua relazione al parlamento. “Il primo nodo – spiega – riguarda ancora i numeri: la distanza tra posti realmente disponibili e numero di presenze: tale distanza supera le diecimila unità. Oggi a fronte di 55.827 detenuti i posti disponibili sono 45.509″. Inoltre, vista la distribuzione non omogenea nei diversi ‘circuiti detentivi‘, “vi sono situazioni in cui si ha un affollamento che e’ quasi del trecento per cento rispetto alla capienza. E spesso le sezioni più affollate sono quelli femminili“. “Più preoccupante è – incalza il Garante – il profilo qualitativo della detenzione: un nodo irrisolto. Il carcere è ancora troppo spesso luogo di sofferenza aggiuntiva per le persone che vi sono ristrette” e “luogo di difficoltà e disagio per chi lavora“. Su questo punto le aspettative si concentrano sul disegno di legge delega sull’ordinamento penitenziario uscito dalla discussione degli Stati generali

Il Garante ha definito poi come “problematico” il bilancio dei suicidi fra le sbarre. Nel 2016 le persone detenute che si sono tolte la vita sono state 40, mentre nel 2017 sono già state 12 fino al 1 marzo. Sulla situazione nelle carceri arriva anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per il Capo dello Stato “l’articolo 27 della Costituzione sancisce che la pena, nel rispetto della dignità e dei diritti fondamentali dell’uomo, deve favorire il reinserimento sociale di chi ha sbagliato e lo Stato ha il compito di offrire una occasione di recupero attraverso l’impegnativo percorso di rieducazione“.

Su tema delicato è intervenuta la Presidente della Camera Boldrini che ha ospitato ospitato,  proprio a Montecitorio, la prima relazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

La prima, perché l’istituzione di questo organo indipendente di garanzia è molto recente. E’ uno dei frutti più significativi di una legislatura, come quella attuale, che si è molto impegnata sui temi della giustizia, della condizione dei detenuti e delle carceri italiane. salIl Governo e il Parlamento – spiega Boldrini – hanno lavorato in modo intenso in questo ambito, spinti dalla sentenza di condanna nei confronti dell’Italia – sentenza che non ci faceva certo onore – per il sovraffollamento delle carceri che la Corte Europea dei diritti dell’uomo aveva emesso l’8 Gennaio del 2013, poche settimane prima dell’inizio della legislatura. Ma spinti anche dalla consapevolezza che il dettato costituzionale e i principi dello Stato di diritto non consentono trattamenti contrari al senso di umanità“, “trattamenti inumani e degradanti“. Ce lo ricorda anche Voltaire: “il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri“.

Il ruolo del Garante Nazionale, così come di quelli regionali, diventa necessario e prezioso per la sua funzione di vigilanza e di garanzia del rispetto dei diritti non solo dei detenuti ma di tutte le persone private della libertà personale: quelle affidate alla custodia nei luoghi di polizia, nei Centri di identificazione e di espulsione; quelle che si trovano nei cosiddetti hotspot, un’altra dimensione sulla quale è forse il caso di andare a fondo; quelle che sono nelle residenze in esecuzione delle misure di sicurezza psichiatriche, o sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori. Un enorme lavoro da fare, per il Garante.

Abbiamo tutti un gran lavoro da fare, caro Garante: voi, ma non solo voi. Mi sento di dire che noi come Camera continueremo in questo impegno, lo porteremo avanti perché riteniamo che questo sia una dei temi prioritari, una cartina di tornasole del livello del livello di democrazia del nostro Paese“, ha concluso Boldrini.

E’ possibile scaricare la relazione cliccando qui sopra.

 

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