E’ stata inaugurata questa mattina nella Sala della Lupa di Montecitorio la mostra Gramsci. I quaderni e i libri del carcere, realizzata dalla Fondazione Gramsci con il contributo del Banco di Napoli. La mostra propone per la prima volta assieme i Quaderni del carcere e una selezione di libri posseduti da Antonio Gramsci durante il periodo della detenzione. Gli originali dei trentatré quaderni e di cento volumi, tra libri e riviste, sono esposti accanto alla loro versione digitale. I manoscritti possono essere sfogliati integralmente; le immagini dei volumi sono accompagnate da brevi giudizi tratti dai Quaderni e dalle Lettere.
I Quaderni
Gramsci ottenne il permesso di scrivere nel gennaio del 1929 mentre era recluso nella casa penale di Turi di Bari, dove aveva iniziato a scontare la pena a oltre venti anni di carcere inflittagli il 4 giugno 1928 dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Ai Quaderni consegnò le riflessioni sulle cause che avevano condotto alla vittoria del fascismo e su una lunga serie di “quistioni” filosofiche, storiografiche e politiche che toccano aspetti fondamentali della modernità: l’apogeo e la crisi dello Stato-nazione, l’industrialismo, il rapporto tra dirigenti e diretti, la funzione degli intellettuali, dei partiti politici e l’emancipazione delle classi subalterne.
I Libri
I contrassegni carcerari sono presenti in 291 volumi del Fondo librario Antonio Gramsci. Si tratta in larga parte di pubblicazioni richieste alla libreria Sperling & Kupfer di Milano, presso la quale Piero Sraffa aveva aperto un conto illimitato a beneficio di Gramsci. Alla sua morte, i libri – custoditi dalla cognata Tatiana Schucht e dal fratello Carlo – vennero inviati in Unione Sovietica. Rientrati in Italia nel marzo del 1950, costituirono il primo nucleo del Fondo che conta attualmente 765 libri e 76 periodici con circa mille fascicoli.
Tra gli interventi di prestigio della presentazione Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati, che ha dichiarato “Tutti gli italiani, pur nella diversità delle opinioni, possono riconoscersi nel ricordo di Antonio Gramsci. Un uomo che ha seguito fino all’estremo sacrifico un ideale di giustizia e di libertà e a cui l’Italia deve molto“.
Intervenuto anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano dichiara: “La figura di Antonio Gramsci è ancora straordinariamente vitale e stimolante, anche se la situazione attuale è così diversa da quella in cui lui ha operato e anche manifestato il suo pensiero. D’altra parte – ha aggiunto – questo non riguarda soltanto l’Italia, perché oggi si è messo molto in evidenza come da decenni sia diventato una grande figura di riferimento dovunque nel mondo e soprattutto direi pensatore, politico, teorico della politica“.
“ve molto”.
