Il voto alle primarie del 30 aprile aperte a tutti decreterà il nome del prossimo segretario del Partito democratico. Più difficile dire invece, oggi, chi ha vinto il dibattito a tre andato in scena mercoledì 26 aprile su SkyTg24 tra Matteo Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando, che ha alternato qualche momento vivace, altri di sostanziale concordia (sul biotestamento) e anche dei promemoria critici a vario titolo tra i contendenti. Riassumiamo il dibattito Pd per singolo candidato alla segreteria.
L’ex presidente del Consiglio nell’appello finale ha chiamato al voto per le primarie in nome di “una democrazia più forte”. Sugli scenari del post voto nel 2018 ha affermato che non si possono escludere larghe intese con la legge proporzionale, ma che lavorerà per escluderle, ribadendo il suo favore per il maggioritario. Renzi ha ribadito che una Italia fuori dall’Euro è follia anche a parlarne ma che l’Europa così non funziona e “serve democrazia e rispetto”. Renzi ha rivendicato anche diverse misure attuate nel suo mandato da presidente del Consiglio come “la legge per incentivare gli investimenti privati nei musei” e ha rivendicato in sostanza i risultati ottenuti con il Jobs Act e la misura degli 80 euro, definita non un bonus ma una scelta di equità. Renzi ha riconosciuto i passi avanti fatti sul fine vita (approdato in Parlamento però solo nel 2017) e ha sostenuto, sul tema aborto, che “il diritto all’obiezione di coscienza va garantito. Investiamo di più sulla cultura sessuale”. L’ex segretario si è anche detto contrario all’idea di una patrimoniale.
Andrea Orlando
Il ministro della giustizia è apparso convincente in diversi passaggi ma ha per tutta la serata subito le bordate di Matteo Renzi: per l’ex presidente del Consiglio, Orlando oggi critica ma è responsabile dei provvedimenti presi in quanto era parte del consiglio dei ministri del governo Renzi, a capo del dicastero della giustizia. Orlando ha comunque fornito degli spunti di interesse: si è detto contrario a una possibile tassa sui robot perché disincentiva l’innovazione e ha definito la pubblica amministrazione anziana, sostenendo che andrebbe rinnovata e aperta ai giovani. Favorevole al fine vita, in quanto “Lo Stato si dovrebbe fermare e bisognerebbe lasciar decidere alle persone”. Per Orlando la lotta alla povertà è prioritaria e “possiamo chiedere di più a chi ha di più”. Orlando chiede il voto, nell’appello finale, per “non far vincere un uomo ma un progetto politico”.
Michele Emiliano
Emiliano, attuale presidente della Regione Puglia, si è definito come l’alternativa possibile a Renzi e ha già detto che se perderà continuerà a fare opposizione dall’interno. Emiliano sulla legittima difesa ha detto, senza equivoci, che per motivi professionali ha girato armato per anni e sconsiglia di farlo a tutti. Sul tema migranti ha sottolineato che bisogna andare verso una politica che gestisca i flussi, “accogliendo chi vuole lavorare”. Favorevole al testamento biologico, lo sarebbe anche a una imposta patrimoniale come misura nel caso non si riesca a far scendere il debito pubblico. Critico su Renzi che “pensa di risolvere con i bonus e non con i diritti”.
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