I numeri per una nuova legge elettorale ora ci sono. Almeno sulla carta, infatti, il Pd ha trovato la quadra con i maggiori partiti di opposizione, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Il modello è quello del sistema elettorale tedesco, un proporzionale puro con sbarramento al 5%.
Come funziona? In Germania metà dei membri del Bundestag è eletto direttamente dalle 299 circoscrizioni uninominali in cui è diviso il Paese. L’altra metà in base alla percentuale di voti ottenuta dal partito in ogni Land. Gli elettori dispongono di due voti: con uno l’elettore sceglie un singolo candidato all’interno del proprio collegio (con sistema maggioritario: chi prende un voto in più degli altri viene eletto), con l’altro sceglie una lista o un partito. Questo secondo voto (il più importante) stabilisce qual è la percentuale di seggi parlamentari che avrà ogni partito (con metodo proporzionale).
In Germania il numero dei seggi è variabile, perché chi vince nel proprio collegio entra automaticamente in Parlamento anche se in numero maggiore rispetto alla quota proporzionale che spetterebbe a un partito. Così quando ciò accade tutti gli altri partiti ricevono dei deputati in più, in modo da mantenere la corretta ripartizione proporzionale stabilita dal secondo voto. In Italia questo non è possibile, i deputati sono 630 e non si cambia (a meno che non venga cambiata la Costituzione).
Rimangono fuori i partiti che non superano la soglia di sbarramento del 5%, né riescono ad eleggere almeno tre deputati attraverso le circoscrizioni uninominali.
Renato Brunetta, al termine dell’incontro con i rappresentanti del Partito democratico ha dichiarato: “Abbiamo esaminato i punti nodali e abbiamo convenuto che vedremo domani i testi dell’emendamento che il relatore Emanuele Fiano presenterà. Si va verso il modello tedesco, come aveva proposto il presidente Berlusconi” e “la Camera consegnerà al più presto la legge elettorale al Senato, l’ipotesi è che possa essere approvata definitivamente entro la prima settimana di luglio”.
Anche la Lega Nord ha dato il suo assenso al testo sebbene i suoi esponenti avrebbero preferito un sistema maggioritario “più rispettoso della volontà popolare”, ma “il nostro obiettivo prioritario è votare il prima possibile e far tornare a scegliere ai cittadini da chi essere governati”. “Se la legge elettorale viene approvata in un paio di settimane si potrà votare anche a settembre. Non sta a noi comunque decidere quando si vota” ha dichiarato il senatore M5s Vito Crimi a Un giorno da Pecora.
Per Renzi c’è adesso un ultimo scoglio da superare, convincere Alternativa popolare sul modello tedesco. Anche se Alfano non sembra per niente convinto della soglia di sbarramento al 5%, tanto che dalle indiscrezioni uscite dopo il vertice del partito preannunciano battaglia. Domani il Pd incontrerà di nuovo Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, e se anche dagli ex compagni di partito arriverà l’ok al testo base, i giochi saranno praticamente fatti. Segno che anche la legislatura potrebbe volgere al termine molto rapidamente, forse già nel prossimo autunno.