Laura Boldrini, presidente della Camera, fa un elenco di disegni di legge – approvati da un solo ramo del Parlamento e che in caso di scioglimento anticipato rischiano una morte anticipata – in un’intervista a Repubblica e che non vuole che vadano persi con le elezioni anticipate: “C’è un’aria da ‘rompete le righe’ nelle sedi dei partiti e nelle dichiarazioni di alcuni membri del governo, qualcosa arriva ormai anche in Parlamento. Facciamo uno sforzo finale per non deludere il Paese.”
“Il cognome della madre ai figli, approvato dalla Camera nel settembre del 2014; il sostegno normativo agli orfani di femminicidio, già passato da noi nel marzo scorso; c’è il contrasto all’omofobia che porta il timbro di Montecitorio del 2013 ed è un provvedimento importante in un mondo di cyberbullismo e di violenza anche offline; ci sono anche i piccoli Comuni da salvaguardare, un tema in agenda da legislature, se vogliamo contrastare lo spopolamento che è un problema serio del Paese, soprattutto nel Centro Italia dopo il terremoto” dichiara la Presidente.
Si rischia anche l’addio al reato di tortura e anche allo ius soli, ma “mi auguro proprio di no – dice Boldrini -. Se non si vuole deludere l’opinione pubblica un provvedimento come questo, che è una necessità, può essere ancora portato a casa. Per lo ius soli sarebbe davvero grave che il Parlamento non prendesse atto di come è cambiato il Paese“. In tutto ciò, però, saremmo di fronte a “ore di lavoro bruciate, emendamenti, audizioni. Io dico: ma perché? Il lavoro che abbiamo fatto è un patrimonio di questa legislatura, i provvedimenti che mancano all’appello sarebbero una buona eredità, sono attesi dall’opinione pubblica e sarebbe malaugurato deludere le aspettative. Voi citate il codice antimafia, il biotestamento, lo ius soli, il processo penale, la tortura, la legalizzazione dell’uso personale e terapeutico della cannabis. Ma io ne aggiungo altri che mi stanno a cuore e che so essere nel cuore di molti cittadini”.
“Il mio compito – prosegue la Boldrini – è redigere un programma trimestrale e il calendario del mese, ovviamente tenendo conto delle richieste prioritarie dei gruppi, dell’equilibrio tra maggioranza e opposizione, della presenza dei decreti legge che, in nome dell’urgenza, hanno la priorità. La presidente ha un ruolo sostanzialmente di garanzia e coordinamento, non vota né in aula né negli organi decisionali. Il che non significa che non segua con attenzione le sorti di certi provvedimenti”. Di fronte al lungo elenco di opere incompiute Boldrini si dichiara “un po’ frustrata. Ma non dimentico che – in una fase politica travagliata – abbiamo anche approvato buone leggi: unioni civili, caporalato, reddito di inclusione, ‘dopo di noi’. Abbiamo lavorato sodo”
