E’ ripreso in sala del Mappamondo l’esame in commissione Affari costituzionali che al più tardi domani sera deve approvare la riforma della legge elettorale. Al termine di una serrata trattativa serale, notturna e mattutina i rappresentanti di Pd, M5s, Fi e Lega hanno siglato l’accordo per una riformulazione del Germanichellum presentata ai giornalisti dal capogruppo Pd Ettore Rosatio.
Le modifiche principali consistono nella scomparsa dei capilista bloccati (entreranno in Parlamento per primi i vincitori nei collegi); nella conferma della scomparsa di pluricandidature: ci si potrà candidare contemporaneamente al massimo in un collegio e in una lista proporzionale (Forza Italia ha tentato fino all’ltimo di riportare a 3 le pluricandidature); nella definizione di un rapporto obbligatorio 60/40% fra le candidature maschili e femminili che va ad aggiungersi all’alternanza di genere nelle liste proporzionali; nella semplificazione del meccanisimo di raccolta delle firme necessarie per presentare le candidature; mano tesa a quei partiti più piccoli che pur superando la soglia del 5% non vincono in alcun collegio: in tal caso infatti risulterà eletto per primo in quella circoscrizione non il capolista del piccolo partito ma il primo dei non eletti nei collegi.
Rimane il voto unico in scheda unica sia per Camera che Senato senza possibilità di voto disgiunto (l’elettore mettendo una sola croce sceglierà il candidato uninominale e la lista di candidati a lui collegata); il numero di collegi alla Camera mutuati da quanto previsto dal Mattarellum per il Senato: 225 più quelli fissi di Trentino Alto Adige e Val d’Aosta. E 112 al Senato.
“Ritengo sia doveroso per chi fa informazione sottolineare il valore dell’accordo che vede le prime quattro forze politiche del Paese lavorare insieme per la riforme delle regole della democrazia anziché anteporre le convenienze di parte” annuncia il capogruppo Pd Ettore Rosato a margine della commissione Affari costituzionali. Festeggia Danilo Toninelli, capodelegazione M5s in Affari costituzionali, con un messaggio su twitter “Ce l’abbiamo fatta. Via pluricandidature e capilista bloccati. Ora il sistema è tedesco. Ma cercheremo di migliorarlo ancora”. Di tutt’altro avviso Arcangelo Sannicandro (Mdp): “Ladri di democrazia! Siamo passati dalla democrazia diretta all’antidemocrazia dei nominati. Dicono di aver tolto i capilista bloccati, ma qua è bloccata tutta la lista” tuona durante la seduta rivolto al M5S. Poi si corregge a modo suo: “Chiedo scusa ai dispensatori di democrazia”.