Il Movimento 5 Stelle è fuori dai ballottaggi nei quattro capoluoghi di Regione: Genova, l’Aquila, Palermo e Catanzaro. In Sicilia e Liguria i grillini arrivano terzi dietro Centrosinistra e Centrodestra, a Verona e Parma, addirittura vengono schiacciati dalle liste civiche, andando ben sotto il 10%. Città simbolo della débâcle 5 Stelle è Parma. Qui cinque anni fa ottennero il primo successo con l’elezione di Federico Pizzarotti, poi uscito dal Movimento in dissenso con il leader. Oggi Pizzarotti, con il 38%, corre per la riconferma. Un anno fa i grillini sbancavano a Roma e Torino e il fallimento delle esperienze cittadine non è certo passato inosservato agli elettori. Si parla di “Effetto Raggi“, a Roma infatti la situazione è molto tesa e l’incapacità della “Sindachessa” sta lasciando e lascerà un grave solco nel Movimento.
Con i Cinque Stelle tagliati fuori, a ridere è soprattutto il Centrodestra che torna ad affermarsi come diretto avversario del Pd. Un Centrodestra, tuttavia, molto diverso da quello rappresentato in Parlamento. Lega e Forza Italia sono partiti alleati in molti comuni, ma a livello nazionale Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sembrano destinati a non incontrarsi.
Il Grillismo è un fenomeno sopravvalutato, una forza antisistema che è pienamente parte del sistema stesso, e la sua popolarità è data da un eco mediatico che viene amplificato sia dai social network dove la Casaleggio Associati forza l’opinione pubblica per effetto della spirale del silenzio, sia dai media tradizionali che, per inseguire ascolti e click, trattano le argomentazioni del M5S “coi guanti”, riducendone la critica. Abbiamo creduto in questi ultimi anni che in Europa stesse per avvenire una “esplosione” antisistema, Movimento 5 Stelle compreso. Ciò non è avvenuto.
E veniamo all’argomento elezioni politiche. La tendenza a un nuovo tripolarismo era la giustificazione con la quale si è costruita la legge elettorale, fallita alla prova del Parlamento, e capire oggi a quale ci affideremo alle prossime elezioni è un terno al lotto. Vale la pena sottolineare un dato importante: quasi un elettore su due non vota, persino alle amministrative dove la tendenza è diversa. Dobbiamo domandarci se la nostra democrazia tiene ancora?! Quasi tutti i partiti preferiscono scegliere i loro candidati nelle sedi di partito con liste più o meno bloccate piuttosto che affidarsi alle preferenze. L’errore di allontanare i cittadini dalla politica sta proprio qui. Sindaci e candidati costruiscono un rapporto con gli elettori che i parlamentari hanno quasi totalmente perso, abbiamo una Camera piena di “peones”, personaggi spesso sui generis che alla prova del seggio non avrebbero possibilità di rielezione.
Il Pd deve provare a riproporre un testo per la legge elettorale che reintroduca le preferenze, questo favorirebbe di gran lunga i Dem, forti di una rete di amministratori locali più apprezzata e vincente. Una anomalia anche per Salvini che ha sottolineato come, anziché battersi con la Lega per un sistema maggioritario che rendesse possibile la vittoria dell’asse FI-Lega alle politiche, preferisce fare un patto sul proporzionale con Renzi. Se ci sarà una alleanza a livello nazionale, anche con un sistema elettorale proporzionale – spiega Salvini – non é escluso, ma la condizione necessaria é che ci sia un programma comune, che ad oggi manca.
In definitiva le elezioni amministrative 2017 sanciscono ancora una volta un forte scollamento tra Parlamento e cittadini; segnano il non-successo del Pd che perde voti in termini assoluti sebbene sia ai ballottaggi in quasi tutte le città principali e sostiene un candidato vincente, Leoluca Orlando, che col il Pd ha poco a che fare; ricordano come l’Italia sia un paese che vota tendenzialmente il Centrodestra e che quando questo si presenta unito sia forza politica rilevante forse addirittura di maggioranza relativa in Italia; marcano l’arretramento del M5S, incapace di incidere a livello locale in termini di voti ma anche di abilità amministrativa. Non si pensi però di dare i 5 Stelle per morti, come ha sottolineato Grillo, potrebbero infatti prendersi una grossa rivincita alle elezioni regionali in Sicilia di novembre.