di Morgan
Non vorremmo rovinare la festa, però è il caso che – se la notizia fosse confermata – qualcuno paghi per questo sfacelo.
Il restyling del cortile del Convento di Santa Maria in Campo Marzio– un gioiello degli inizi del Cinquecento sul quale affaccia la medievale Chiesa di San Gregorio Nazianzeno- è appena terminato e lo spazio di pertinenza della Camera dei Deputati sta per essere inaugurato. I lavori erano rimasti fermi per anni.
Bene! Direte.
C’è un però: l’accelerata degli ultimi mesi –le cose fatte male e in fretta sembrano essere una caratteristica nazionale- ha fatto sì che scomparisse un angolo nascosto fra i più suggestivi di Roma.
Qualche tempo fa, infatti, i quattro alberi secolari, in particolare tre fichi e un arancio di straordinaria bellezza che sorvegliavano e ombreggiavano il cortile, sono stati sradicati e fatti a pezzi da un giorno all’altro, probabilmente approfittando delle ferie. Il motivo? Una malattia mortale in stato irreversibile. Da cui il verdetto: abbattimento. Peccato che questi maestosi esemplari arborei, assolutamente rari nel centro di Roma, ogni anno straboccassero di frutti.
I bene informati dicono che qualche funzionario sconsiderato avesse deciso per la pavimentazione in cotto a tutti i costi e che gli alberi gli fossero d’intralcio. Certo è che l’appalto è costato alle casse della Camera parecchio denaro. C’è chi si spinge a dire di avere visto iniettare del veleno fra i tronchi in modo da accelerare il presunto decadimento procurato dalla malattia.
In ogni modo, un atto così invasivo è stato compiuto seguendo scrupolosamente le dovute procedure? Noi ne dubitiamo. Anche perché la Camera, nonostante tutte le autonomie di cui gode, non si è ancora vista attribuire la facoltà di decretare a proprio piacimento la distruzione del patrimonio ambientale della città e del Paese.
