La riforma della governance dell’Inail è “necessaria” e “il governo si impegna a stare al fianco” del lavoro del Parlamento. Ad assicurarlo è il ministro del Lavoro Giuliano Poletti intervenendo alla presentazione del rapporto conclusivo del Civ dell’Inail, alla Camera di Commercio di Roma.
Una spinta ulteriore, dunque, sul tema della nuova governance di Inps e Inail su cui c’è già il forte impegno dei presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato Cesare Damiano e Maurizio Sacconi. “Si va verso la collegialità dell’organo di amministrazione – ha detto Poletti -, il Civ è previsto e ci saranno i direttori. È un dialogo che deve svilupparsi e a cui il governo parteciperà attivamente per costruire una governance che migliori la situazione”. Per il titolare del dicastero del Lavoro, va migliorata “la capacità di analisi dei fenomeni e delle problematicità da guardare in prospettiva“, nel lungo periodo, come l”‘innalzamento dell’età dei lavoratori, del cambiamento dei cicli produttivi, delle malattie professionali”.
“La storia ci insegna che ci sono fatti che molti anni dopo abbiamo riscontrato come abbiano inciso in maniera pesante sulla salute dei lavoratori”, ricorda il ministro. E aggiunge: “Le informazioni utili per prendere decisioni giuste devono dunque essere messe nella disponibilità di chi deve utilizzarle”. Una risposta positiva alle preoccupazioni espresse poco prima dal presidente dell’Inail Massimo De Felice, secondo cui “restano indisponibili i dati sullo status dei lavoratori”, nonostante “abbiamo firmato protocolli di intesa”. Questi dati sono “fondamentali” perché senza le valutazioni dell’istituto “rischiano di essere vaghe”.
“La discussione sulla governance all’esame del Parlamento – sottolinea il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza Inail, Francesco Rampi – dovrà indicare possibili soluzioni alle criticità emerse nel corso di cinque anni”, tenendo presente che “i guasti sembrano evidenti a tutti e si discute come superare la logica di un uomo solo al comando. Superare quella fase – conclude – significa, senza soffermarsi sull’architettura e situazionale, assegnare poteri agli organi collegiali”. I problemi non riguardano solo la governance dell’Istituto. Secondo Rampi “nella ripresa economica che il 2017, seppur ancora timidamente, ci presenta” si è interrotto “il trend decrescente degli infortuni, delle malattie professionali e delle morti di origine professionale”. “Sono la cultura della produzione e gli investimenti a sostegno dell’innovazione e della qualità del lavoro la chiave per favorire” tale decremento, sottolinea nel rapporto di fine consiliatura. E evidenzia che la qualità della ripresa “sembra portare con sé elementi non sempre di qualità nell’organizzazione del lavoro, e forse i cambiamenti del mercato del lavoro e l’allungamento dell’età anagrafica delle persone in attività possono essere tra le cause di questo rallentamento”. Questo, conclude, “impone ancora maggior impegno rispetto al percorso di formazione alla prevenzione, in particolare, rafforzando questo tema nel contesto formativo dei giovani”.