Giorgio Zanin, insegnante di Lettere al liceo di Pordenone e deputato Pd alla prima legislatura, ha presentato a Montecitorio, in sala “Aldo Moro”, il suo libro dal titolo “Servizio in Camera. Cosa fa e come lavora un parlamentare” (Sonzogno Editori di Marsilio Editori S.p.A., Venezia 2017).
Le buone domande sono la cosa migliore da cui partire per raggiungere una buona conoscenza: è così che, grazie ai dialoghi di un deputato con i giovani delle scuole, si delinea un ritratto inedito della vita politica e parlamentare. Una lente di ingrandimento che permette di entrare nel “palazzo”, cercando di dare una risposta a dubbi, quesiti, curiosità, ma soprattutto che consente di osservare senza preconcetti il laboratorio della democrazia. Emendamenti, leggi, commissioni, question time, mozioni, maggioranza, ostruzionismo … L’approccio semplice e lo stile colloquiale dell’autore animano di luce positiva il talvolta ostico glossario parlamentare, rivelando quali sono le tre parole fondamentali che il deputato deve fare proprie, se vuole realizzare leggi di qualità: ascoltare, studiare, proporre. Un libro impegnato ma al tempo stesso leggero, che vi aiuterà a guardare la politica in modo diverso, ad accoglierla come un servizio fondamentale e irrinunciabile, riducendo le perplessità e i pregiudizi più diffusi.
Il libro è un vademecum per gli eletti, ma anche per gli elettori, perché non è sempre facile giudicare il lavoro dei deputati o dei senatori. Spesso si conoscono solo i parlamentari che vanno spesso in televisione e poco o per nulla chi invece quotidianamente si impegna in commissione. Giorgio Zanin fa parte di quei 415 eletti per la prima volta a Montecitorio, un numero enorme (se di considerano i 630 totali) che ha obbligato i “nuovi” ad essere immediatamente protagonisti e a non avere neppure la possibilità di imparare da altri colleghi più esperti e autorevoli, come consigliava di fare il presidente Violante per esempio.
“Dal suo libro – ha dichiarato la vicepresidente della Camera Marina Sereni intervenuta all’incontro – trarrei almeno un paio di riflessioni. La prima: di fronte all’indebolimento dei partiti, più sociale, più associazionismo, più rapporto con il Terzo Settore nei territori. I social nella nuova frontiera del “dialogo” tra politica e cittadini non sono sufficienti. Secondo: i partiti sono necessari ma devono rinnovarsi, non in superficie. Le primarie o le “Leopolda” sono innovazioni importanti ma rischiano di logorarsi e di perdere efficacia se rimangono esperienze istantanee, episodiche e non assumono quella profondità dei tre verbi di Zanin: ascoltare, studiare, proporre. Terzo: il calendario dei lavori parlamentari è troppo frammentario e continuamente sottoposto a cambiamento“.
Il libro di Zanin, accattivante anche nella copertina a fumetti, è “un manuale di educazione civica ed ottimo antidoto all’antipolitica“.
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