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Addio a Imposimato, il giudice del caso Moro

Ferdinando Imposimato, 82 anni, morto oggi all’ospedale Gemelli di Roma, città nella quale viveva da tempo, era originario di Maddaloni, nel Casertano. Laureato in Giurisprudenza, dopo alcuni anni trascorsi come vice commissario della Polizia di Stato, nel 1964 divenne magistrato. Come giudice istruttore, il suo nome è legato ad alcuni tra i più importanti processi che hanno segnato la storia dell’Italia negli anni del terrorismo, quali quello per la morte di Aldo Moro, quello per l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, quello per l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet, e quello la strage di piazza Nicosia.

A lungo Imposimato si è occupato anche di mafia e camorra, istruendo il processo contro Michele Sindona, il banchiere legato alla mafia, e quello contro la banda della Magliana. L’11 ottobre 1983 il magistrato viene colpito da un grave lutto, perché viene ucciso dalla camorra il fratello Franco, sindacalista. Franco Imposimato era in macchina con la moglie e il cane, era appena uscito dalla fabbrica in cui lavorava, la Face Standard di Maddaloni, e stava tornando a casa dopo il lavoro. Tre sicari a bordo di una Ritmo 105 sbarrarono la strada alla sua vettura a 300 metri dall’opificio e fecero fuoco, colpendo il fratello del giudice con 11 proiettili. Nell’agguato riuscì a salvarsi sua moglie, benché gravemente ferita da due proiettili sparati da Antonio Abbate, il killer riconosciuto dalla donna anni dopo in sede processuale. Per veder riconoscere la matrice mafiosa e camorristica del delitto si è dovuto attendere fino al 2000 e il processo Spartacus.

Nel 1986 Ferdinando Imposimato diviene consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga, recandosi più volte per incarico dell’Onu in America Latina. Non è mancato un suo impegno politico, prima con il Partito Comunista Italiano nelle cui liste viene eletto al Senato e poi nel 1992 alla Camera. Per tre legislature fu componente della Commissione Antimafia. Successivamente passa al Partito Democratico di Sinistra dove diventa responsabile alla Giustizia dei Socialisti Democratici. Della Corte di Cassazione, viene nominato Presidente onorario aggiunto. Nel 2013 era nella lista dei nomi scelti dal M5S per l’elezione a Presidente della Repubblica, e i grillini che lo hanno votato anche nella successiva elezione del 2015.

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