C’è un “mostro freddo”, sottomesso a “leggi ed istruzioni che non tengono conto dei sentimenti umani”. Sono le parole con cui lo scrittore francese Jean-Marie Le Clézio si scaglia contro la gestione francese dei migranti, trattati come “cani randagi”.
L’intervento del premio Nobel è uscito sulla rivista ‘Le Nouvel Observateur’, ed è stato ricordato al presidente francese Emmanuel Macron, oggi in visita a Roma. La replica? Un monito contro “i falsi buoni sentimenti” e “gli intellettuali in confusione”.”Accoglievamo male, lasciavamo le persone in alloggi non buoni, non riaccompagnavamo alla frontiera”, ha spiegato Macron rispondendo ad un giornalista francese durante la conferenza stampa con il premier Paolo Gentiloni. “Il lavoro che io ho avviato dall’estate scorsa, a partire da un discorso di Tolosa, è di ribaltare tutto questo, però lasciando l’incondizionalità assoluta sul diritto di asilo”, ha aggiunto, precisando che l’asilo viene dato in determinate condizioni, non in tutte. Per di più, “per ottenere l’asilo adesso in Francia ci vogliono 18 mesi, e nella regione di Parigi anche due anni, e questo è intollerabile”, ha detto il capo dell’Eliseo, chiedendo “lucidità” a chi gli rivolge le critiche.
A parere di Macron, invece, “c’è molta confusione tra gli intellettuali, ed è per questo forse che non c’è un buon rapporto tra comunità ed intellettuali”.
Gentiloni ha sottolineato che “non possiamo promettere ai cittadini europei che il problema dei grandi flussi migratori si possa cancellare con chissà quale ricetta miracolosa”. Ciò non toglie, ha aggiunto il premier, che “la cooperazione tra Italia e Francia è un modello”. L’obiettivo più generale, comunque, rimane un “sistema gestibile, sicuro e legale”. Per raggiungerlo, “dobbiamo dare una risposta strutturata e solidale”, gli ha fatto eco Macron, spiegando che “la Francia sta procedendo nel mettere a punto delle riforme con i partner europei”, cercando di colmare le “lacune” ora presenti.Intanto, sono state rese note alcune novità della legge sui migranti che verrà presentata nelle prossime settimane proprio in Francia.
Al momento, il richiedente asilo ha 120 giorni per presentare il suo dossier di richiesta. Questo periodo passerà a 90 giorni. Se la richiesta sarà rigettata dall’Ufficio che se ne occupa (il cui acronimo è Ofpra) avrà poi due settimane (non più un mese) per fare ricorso. Questa stretta sui tempi viene criticata perché, al momento, ci vogliono circa 30 giorni per avere un incontro in prefettura. Oggi il premier francese, Edouard Philippe, ha presentato le linee guida della nuova legge su asilo e immigrazione alle associazioni interessate. Alcune di queste hanno espresso profonda preoccupazione. “Ci è stato detto che si vuole ridurre i tempi per le domande d’asilo e non si propone niente per organizzare meglio le prefetture!”, ha spiegato Laurent Giovannoni, responsabile del ‘Secours catholique’, citato da Le Monde.
M.B.