Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, non entra nel merito dei ritardi nelle politiche attive, vero architrave del Jobs act, e delle criticità che stanno anche avvelenando il clima in Anpal Servizi (la Spa ex Italia Lavoro nata il 1 gennaio 2017), società in house dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro) che ne ha acquisito le azioni il 12 settembre 2016 a seguito del trasferimento delle quote possedute dal ministero dell’Economia con il decreto legislativo 150 del 2015. Ma rimanda tutte le risposte a una conferenza stampa che si svolgerà “nei primi giorni di febbraio” e che “darà puntualmente conto di tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo”.
Nel corso di un incontro al ministero per fare il punto sullo stato di attuazione della riforma del terzo settore, Poletti ha sottolineato che il lavoro sulle politiche attive “è molto complesso e ha bisogno di tempo” per la sua implementazione. Il titolare del dicastero di via Veneto ha comunque confermato che sui centri per l’impiego ci sono state delle oggettive difficoltà, anche perché l’impianto era stato pensato nell’ottica della riforma costituzionale, bocciata dagli italiani il 4 dicembre 2016, che avrebbe dovuto riportare alcune competenze dalle Regioni allo Stato.
“La nostra scelta è stata giusta, buona, e va perseguita nel tempo – ha proseguito – bisogna continuare a riflettere e a lavorare”. A chi gli chiedeva di commentare le difficoltà nell’opera di potenziamento dei centri per l’impiego, il via libera ai previsti 1.000 tutor per l’alternanza scuola-lavoro (la partenza era prevista per febbraio), i risultati della sperimentazione dell’assegno di ricollocazione, i veleni causati da recenti nomine e da denunce e lettere anonime indirizzate alla Corte dei conti in cui viene contestato l’accordo sulle stabilizzazioni in Anpal Servizi (luglio 2017), Poletti ha detto: “Potrei dare risposte su un punto o su un altro, ma faremo una rendicontazione puntuale sulle cose che stiamo facendo e su quelle che vogliamo fare”.
Il ministro del Lavoro ha inoltre voluto ricordare che “la legge di bilancio è stata un passo importante per le politiche attive, in particolare per i centri per l’impiego e, più in generale, per l’attività dell’Anpal. Abbiamo messo una base essenziale, ci sarà l’occasione per parlarne”. Con le politiche attive del lavoro, l’idea del Governo era da una parte realizzare un nuovo schema di ammortizzatori sociali, tagliando un po’ a chi aveva per dare a chi non aveva; dall’altra accompagnare chi perdeva il lavoro in un percorso di ricollocazione basato sulla formazione. Alla prova dei fatti sono però emerse criticità e ritardi.
A capo dell’Anpal c’è Maurizio Del Conte, professore di diritto del lavoro all’università Bocconi, che è anche amministratore unico di Anpal Servizi. Proprio il doppio incarico di Del Conte è al centro di polemiche e uno dei punti dell’interrogazione parlamentare (4-18912) presentata poco prima di Natale da Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia), in cui si chiede a Poletti “quali siano gli orientamenti del Governo circa quella che appare agli interroganti una inopportuna previsione circa l’attribuzione alla stessa persona degli incarichi di amministratore unico di Anpal Servizi e di presidente di Anpal, unico azionista della predetta società”.
