Ci potrebbe essere un nuovo ostacolo per una candidatura italiana ai Giochi Invernali del 2026. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha sempre detto che prima di avanzare qualsiasi ipotesi bisogna attendere la formazione di un nuovo governo. Con lo stallo che si sta verificando a livello politico, prende corpo l’ipotesi di un esecutivo cosiddetto di scopo: un governo ‘a tempo’ con degli obiettivi limitati. Sembra difficile pensare che una soluzione di questo tipo possa essere una delle tre ‘gambe’, insieme a Coni ed enti locali, chiamata a sostenere il tavolo della candidatura.
“E’ uno scenario che non era stato preso in considerazione – spiega Malagò – non è il mio ruolo parlare di politica ma, se succedesse, dovrei confrontarmi con interlocutori di competenza“.
Un caso simile si verificò nel 2012 quando Mario Monti stoppò la candidatura di Roma ai Giochi 2020. Le differenze, però, sono sostanziali: in primo luogo, le regole del Cio sono cambiate ed è diventato di primaria importanza l’organizzazione di Giochi low cost. In secondo luogo, nel caso specifico Monti fu chiamato ‘d’urgenza’ a formare un governo dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi per fronteggiare una situazione economica peggiore rispetto all’attuale: lo spread si impennava oltre quota 500 e c’era il rischio concreto di default.Al netto delle incertezze politiche, non c’è nemmeno chiarezza sulle candidature. Torino è spaccata, Milano gioca a nascondino, le Dolomiti non hanno e danno sicurezze.
“Non faccio commenti sulle ipotesi del territorio, sarebbe un errore pazzesco da parte mia entrare nel dettaglio. Posso dire che la carta olimpica è chiarissima. Il Coni e solo il Coni può avanzare la candidatura. Poi, se ce ne dovessero essere diverse, si farà uno studio per vedere chi è più credibile con una votazione in Consiglio nazionale. E’ gia successo varie volte nel nostro Paese“, ricorda ancora Malagò facendo riferimento alla scelta di Roma contro Venezia per il 2020. Al Comitato Olimpico si pensa di ripetere la doppia assegnazione, come accaduto per Parigi e Los Angeles relativamente ai Giochi 2024 e 2028. Anche perché, per il 2030, gli Usa vogliono mettere sul piatto Reno, Salt Lake City o Denver.
Per il 2026, invece, lo scenario rimane ancora tutto aperto.