Se Giuseppe Conte è “l’amico del popolo” (definizione di Luigi Di Maio), Alessandro Di Battista si ritaglia il ruolo di “voce del popolo” anche nelle ore convulse che hanno porato il giurista all’incarico di Palazzo Chigi. Un post del popolarissimo ex deputato grillino Alessandro Di Battista – che esorta il presidente della Repubblica a non aver paura del nuovo governo cinquestelle-Lega – ha incendiato le ore precedenti al colloquio al Quirinale tra Conte e Sergio Mattarella. Scatenando le opposizioni, specie il Pd, i cui esponenti parlano di “minacce gravissime” e di “toni eversivi”.
In seguito al montare delle polemiche, è intervenuto il presidente della Camera Roberto Fico, che ha tentato di stemperare il clima e ribadire la fiducia verso il presidente: “Mattarella sta svolgendo il proprio ruolo in maniera inappuntabile. E’ garante assoluto della Carta e lo ha mostrato inequivocabilmente in queste settimane, agendo in modo accorto e imparziale”.
Il Pd intanto, con la trincea istituzionale a difesa di Mattarella, ha aperto ufficialmente le ostilità alla nuova maggioranza giallo-verde. “Ci costituiremo parte civile“, replica Matteo Renzi a Conte, che si è presentato come “avvocato degli italiani”: l’ex premier è di ritorno dal Kazakistan e andrà presto negli Usa, nell’ambito di una serie di viaggi per coltivare le sue relazioni internazionali, ma fa sapere che sarà in Aula al Senato a votare “no” alla fiducia. Il reggente Dem Maurizio Martina definisce il governo M5s-Lega un “incubo” e lancia la proposta Pd di un salario minimo di mille euro al mese. Ma tra i Dem si tira in realtà un sospiro di sollievo, dopo due mesi di tensione: evitate le urne, il partito proverà a ricominciare da una linea di opposizione dura a quello che Matteo Orfini definisce un “governo di estrema destra”.
La prima polemica è quella provocata da Alessandro Di Battista: “Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l’avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderli“. Esorta e quasi ammonisce Dibba, che non si è ricandidato, sta per partire per gli Usa per un lungo viaggio, ma in queste settimane non ha rinunciato a far sentire la sua voce. Con un appello ai militanti a mobilitarsi. “Invito tutti i cittadini a farsi sentire“.
Al figlio fa eco il padre, Vittorio Di Battista, con espressioni ben più irridenti per il capo dello Stato. “Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature“, scrive su Fb Di Battista senior, che si rivolge al presidente, senza citarlo: “Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa“. Segue descrizione di un’ipotetica presa del Colle, saccheggio incluso. Immediatamente scatta la reazione Dem. Il deputato dem Michele Anzaldi parla di “gravissime minacce” al Quirinale. “Di Battista si legga la Costituzione”, afferma il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci. Ironico il senatore di FI Francesco Giro: “Dopo la grottesca vicenda del curriculum farlocco di Conte, siamo a scherzi a parte, una telenovela infinita”.