M5S e Lega ovviamente no, Forza Italia probabilmente neppure, nonostante gli attestati di stima di Silvio Berlusconi, Leu nemmeno. il Pd deciderà ufficialmente domani, quando si riuniranno i gruppi del partito alla Camera e al Senato, anche se quello dei dem sembra essere l’unico partito disposto a votare la fiducia a un esecutivo tecnico guidato da Carlo Cottarelli: allo stato attuale, decisamente troppi pochi voti per uscire indenne dal Parlamento. Cottarelli, economista, ex commissario alla spending review, è il nuovo presidente del Consiglio incaricato, ed è già al lavoro per presentare a Mattarella una squadra di governo autorevole, ma lui stesso ammette che la strada è impervia, e subito dopo il colloquio con il Colle lo ammette: “Mi presenterò in Parlamento con un programma che in caso di fiducia farebbe la legge di bilancio e porterebbe il paese a elezioni – dice – Se non vi fosse la fiducia, il governo si scioglierebbe subito, gestendo l’ordinaria amministrazione fino ad elezioni dopo l’agosto 2018“.
In mattinata, Berlusconi aveva lasciato intendere una possibile apertura alla fiducia, ma Matteo Salvini a Circo Massimo ha dato un altolà: “Se Forza Italia vota la fiducia, l’alleanza di centrodestra è finita”. Alleanza che invece, in caso di nuove elezioni, potrebbe avere buone chance di vittoria. Cottarelli, nel suo discorso, aveva infilato anche due note strettamente politiche: “In questi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari, tuttavia l’economia italiana è ancora in crescita e in conti pubblici restano buoni. La mia gestione assicurerebbe una gestione prudente dei conti pubblici“. E sull’Europa: “possiamo sicuramente fare meglio o che in passato ma deve essere una dialogo costruttivo, è essenziale ricordare il nostro ruolo di paese fondatore dell’Unione Europea“.
Ma vediamo i numeri in Parlamento per il voto di fiducia. Il governo guidato da Carlo Cottarelli non si è ancora ufficialmente formato e già i numeri parlano chiaro: non otterrà la fiducia del Parlamento. Quindi, come da scenario delineato dallo stesso Cottarelli, si profila un ritorno anticipato alle urne dopo l’estate. Sulla carta, stando alle prime dichiarazioni dei leader dei partiti contrari alla nascita dell’esecutivo presieduto dall’economista ex spending review, i voti contrari alla fiducia alla Camera sono 483, quindi ben 167 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 316 deputati, contro i soli 111 voti certi a favore della fiducia da parte del Pd.
Hanno infatti annunciato che non voteranno la fiducia la Lega (124 deputati), il Movimento 5 stelle (222), Fratelli d’Italia (32) e Forza Italia (105). Liberi e Uguali (14 deputati) deciderà il da farsi nel pomeriggio, ma Stefano Fassina ha già precisato che voterà contro. Quanto al gruppo Misto, sarà da capire come si comporteranno le diverse componenti, anche se i 21 deputati che lo compongono non sposteranno l’ago della bilancia, vista la maggioranza ampia e massiccia contraria alla nascita dell’esecutivo Cottarelli.
La situazione non cambia al Senato: sulla carta sono 246 i voti contrari alla fiducia, quindi 85 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 161, a fronte dei soli 52 si’ del Pd. Nel dettaglio, sempre stando alle dichiarazioni ufficiali dei partiti, voteranno no 109 senatori di M5s, 58 della Lega, 61 di Forza Italia e 18 di fratelli d’Italia. Da capire come si orienterà il gruppo delle Autonomie, composto da 8 senatori, e il gruppo Misto, che conta 12 senatori. ma come alla Camera, anche a palazzo Madama si tratta di numeri che non sposterebbero l’ago della bilancia a favore del governo qualora dovessero decidere di votare la fiducia.