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Risoluzione Def, primo atto di politica economica che il parlamento dovrà approvare

Slitta di una settimana l’approdo della risoluzione sul Def nell’aula della Camera. Il provvedimento, atteso già a partire da martedì nei due rami del Parlamento, arriverà invece nell’aula di Montecitorio martedì 19 giugno, come stabilito dai capigruppo.

I colleghi del Senato, che si riuniranno il 12 giugno, dovrebbero seguire un calendario analogo. Il nuovo governo avrà così più tempo a disposizione per ragionare sul provvedimento, su cui parlamento e cittadini chiedono risposte certe. L’esecutivo Gentiloni e il ministro Padoan avevano varato un provvedimento ‘light‘, senza il quadro programmatico ma con il solo aggiornamento del tendenziale, ovvero la fotografia della situazione a politiche invariate. Dunque, la risoluzione sul Def che il Parlamento deve approvare è il primo vero atto di indirizzo di politica economica della 18sima legislatura.

Già nella relazione approvata in commissione speciale alla Camera, presentata dalla relatrice pentastellata Laura Castelli, si ribadiva la necessità di evitare gli aumenti Iva che scatterebbero dal 2019 se non saranno trovate le risorse – circa 12,4 milioni di euro – per disinnescare le clausole di salvaguardia. Un punto che trova tutti d’accordo e che il M5s vorrebbe sfruttare per approvare una risoluzione largamente condivisa.

Già in commissione il Pd si era astenuto alla Camera e ha votato a favore a Palazzo Madama: Il dem Mauro Maria Marino, ex presidente della Bilancio, aveva spiegato che “non c’era ragione per non votare a favore” di un provvedimento che fotografava l’esistente. Tutto comunque dipenderà da cosa la maggioranza di governo gialloverde deciderà effettivamente di inserire nella risoluzione che impegnerà l’esecutivo Conte, rispetto a un provvedimento varato da un’altra maggioranza politica.

Tra i temi che potenzialmente potrebbero entrarvi c’è infatti anche quello del deficit e nodi politici come infrastrutture e investimenti. Questioni che sono già sulle scrivanie dei ministri competenti, iscritti a un corso accelerato nello studio dei principali dossier.

Antonella Scutiero

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