Si torna a parlare di riforma del bicameralismo. Del Senato, ancora una volta, per la precisione. Il ‘la’ arriva da Beppe Grillo, che dal suo blog lancia quella che allo stato non è una proposta di legge – anche perchè non potrebbe essere lui ad attivarla – quanto una provocazione intellettuale: una Camera ‘dei cittadini’, il Senato magari, composta non da eletti ma da estratti a sorte. Eloquente, il titolo della riflessione: “Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici“. “Sembra assurdo, ma pensateci un attimo. La selezione dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese. Il 50 per cento sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune. Sarebbe un microcosmo della società“, spiega il Garante M5s che mette in risalto “un importante effetto collaterale“: “Se sostituissimo le elezioni con il sorteggio e rendessimo il nostro parlamento – nel testo sempre con l’iniziale minuscola, come per ogni suo altro sinonimo – veramente rappresentativo della societa’, significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata”. Ecco allora “una seconda camera nel nostro parlamento, piena di persone scelte a caso, un senato dei cittadini, se volete”. Una boutade? “C’è – puntualizza Grillo – una campagna per un senato popolare in Francia e un’altra campagna in Scozia. Sarebbe come un cavallo di Troia nel cuore del governo. E poi sostituire le elezioni con il sorteggio“. “Oggi stanno accadendo cose incredibili. Si sta mettendo in discussione tutto. Le idee di queste persone non sono così strane come appaiono. Io ne so qualcosa. Come diceva Rene’ Descartes, ‘se vuoi veramente conoscere la verità, almeno una volta nella vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose“, dice ancora Grillo.
La questione di fondo è “come dobbiamo stabilire le regole che ci governano?”, visto che “oggi appare chiaro che molti, se non tutti i problemi che abbiamo sono dovuti dal fatto che non riusciamo a vivere insieme” e ora “abbiamo mezzi che possono esprimere con troppa violenza il nostro odio” mentre, ironizza Grillo, “nel passato almeno avevamo solo le spade”. “Penso che sia da questo – ragiona il cofondatore M5s -che a cascata dipendono tutti gli altri problemi, come le crescenti disuguaglianze, il cambiamento climatico, la crisi dei rifugiati, l’energia, solo per citare alcune delle questioni piu’ importanti”.
“Oggi dobbiamo porci due domande. La prima è se vivere in democrazia sia una buona cosa, la seconda è se le nostre democrazie stanno funzionando bene. Se rispondiamo come ci hanno insegnato, cioè che va tutto bene, allora – avverte Grillo – c’è un enorme paradosso, una palese contraddizione. Perchè non sta funzionando molto bene. La politica è divisa su tutti i temi, i politici non hanno fiducia e il sistema politico è distorto da potenti interessi”. “In tutto il mondo è’ così. Da sempre” e “per risolvere questo paradosso” possiamo, osserva ancora, scegliere tra “un re-dittatore che ignori le norme democratiche, calpesti le libertà e faccia semplicemente le cose come stanno. Ma i primi 4000 anni della nostra storia sono stati così e non mi sembra abbiano fatto granchè” mentre “l’altra opzione e’ quella di dire chiaramente che questo sistema è rotto, non funziona, ma non avendone un altro migliore non ci resta che capire cosa non funziona”.
“Io – rilancia allora Grillo – un’idea ce l’ho, il suo nome tecnico è ‘sortition’. Ma il suo nome comune è ‘selezione casuale’. L’intuizione è di un certo Brett Hennig. L’idea è molto semplice: selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento”. “Non è – assicura – così pazza come idea. La selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene. La ‘demarchia’ era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti. Gli antichi Ateniesi – prosegue – selezionavano a caso i cittadini per occupare la maggior parte dei loro posti politici. Sapevano che le elezioni erano dispositivi aristocratici. Sapevano che i politici di carriera – attacca Grillo – erano una cosa da evitare. E penso che ora sappiamo anche noi queste cose. Ma più interessante dell’antico uso della selezione casuale è la sua moderna rinascita. La riscoperta della legittimità della selezione casuale in politica è diventata così comune negli ultimi tempi, che ci sono semplicemente troppi esempi di cui parlare“.