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Lectio magistralis di Conte: "Globalizzazione ha portato crescita e benefici, ridotta la povertà estrema"

Italian Prime Minister Giuseppe Conte arrives for a special meeting of the European Council to endorse the draft Brexit withdrawal agreement and to approve the draft political declaration on future EU-UK relations on November 25, 2018 in Brussels. (Photo by PIROSCHKA VAN DE WOUW / POOL / AFP)

Il Premier Conte alla Universidad de Buenos Aires: “Serve riflessione globale su regole commercio” 

Abbiamo bisogno di una riflessione globale sul commercio, di una revisione delle sue regole e di un rinnovo dei meccanismi di funzionamento dell’Organizzazione mondiale del commercio, per assicurare la creazione di un vero level playing field, in cui chi beneficia del libero commercio rispetti anche le regole su cui esso è fondato, tra cui il principio di tutela della proprietà intellettuale, a garanzia dell’innovazione. L’alternativa è cedere il passo alle spinte protezionistiche, ma in sistemi economici che rimettono a spazi così globalmente integrati, le misure protezionistiche espongono, inevitabilmente, a contromisure, innescando una spirale conflittuale in cui tutti gli attori rischiano di ritrovarsi perdenti“. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella Lectio magistralis tenuta oggi alla Universidad de Buenos Aires, da cui ha ricevuto la laurea honoris causa.

Conte ha ricordato che “il fenomeno della globalizzazione ha arrecato anche crescita e benefici, riducendo la quota della popolazione mondiale in condizioni di povertà estrema. Ha prodotto, tuttavia, anche distorsioni, contribuendo ad alterare l’equilibrio, in particolare in Occidente, tra remunerazione del capitale e del lavoro” e “la facilità, per le imprese, di reperire il fattore lavoro ovunque nel mondo, ha comportato una pressione al ribasso della sua remunerazione, rispetto a quella del capitale“.

Il “disagio, e le sottese istanze di benessere, di equità e di dignità, devono essere ascoltate e comprese, nella consapevolezza che la globalizzazione richiede un principio di governo che valga a gestirne gli effetti perversi. Sin qui la dimensione economica si è espansa conoscendo pochi freni. Occorre che la politica, intesa come indirizzo di governo che presuppone coordinamento delle azioni verso obiettivi predeterminati e il diritto, inteso come quadro regolatorio delle iniziative, tornino a recuperare i loro spazi. Solo da queste premesse può svilupparsi una governance che possa accompagnare e assicurare uno sviluppo sostenibile, garantendo condizioni di vita eque e dignitose a tutti i cittadini, a partire dai nostri giovani, senza che nessuno rimanga esiliato dal consorzio sociale o comunque rimanga frustrato nelle sue legittime aspirazioni“. In questo contesto, per Conte, “non è un caso che, in parallelo a questo disagio, rimasto a lungo inascoltato, siano emerse nuove tendenze protezionistiche, esplose lo scorso anno, proprio quando il commercio mondiale aveva ripreso a crescere a ritmi sostenuti, dieci anni dopo l’inizio dell’ultima grande crisi economica globale. L’Italia e l’Argentina, pur nella diversità delle rispettive economie, sanno bene quanto una contrazione del commercio possa rivelarsi dannosa“.

 

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