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Lavoro, giu i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, sù i contratti a termine

Cala il numero degli occupati ed e’ boom dei contratti a termine nel terzo trimestre dell’anno. A fornire gli ultimi dati sulla situazione del mercato del lavoro in Italia è l’Istat: 52.000 occupati in meno (-0,2%) rispetto al trimestre precedente, con un aumento pero’ di 147.000 unità (+0,6%) sul terzo trimestre del 2017 e un tasso di occupazione che resta stabile al 58,7%.

In un contesto generale di calo della disoccupazione, che diminuisce in termini congiunturali per il secondo trimestre consecutivo portandosi al 10,2% (-0,5 punti), e di un aumento dell’inattività, il cui tasso sale al 34,5% (+0,4 punti) in tre mesi e coinvolge principalmente i più giovani e le donne. A diminuire sono soprattutto i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (-0,7% sul trimestre precedente e -1,5%, pari a un calo di 222.000 unita’, rispetto al terzo trimestre 2017).

Gli occupati sono 23.255.000, mentre i disoccupati 2.653.000 con una riduzione sia congiunturale (-5,1%) sia tendenziale (-12,1%, pari a un calo di 332.000 unita’). Nel terzo trimestre dell’anno gli occupati a termine erano 3.112.000, IL valore piu’ alto dal 1992. L’Istat ha rilevato un aumento del 2,4% (+74.000, dato destagionalizzato) rispetto al trimestre precedente e del 10,9% rispetto al terzo trimestre del 2017.

Nella ricerca di lavoro continua poi a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (83,8%, +1,9 punti); seguono l’invio di curricula (65,5%, +0,7 punti) e la ricerca su Internet (57,7%, +2,0 punti). In diminuzione sia la quota di disoccupati che ha contattato il centro pubblico per l’impiego (21,1%, -1,6 punti) sia quella di quanti si sono rivolti alle agenzie di somministrazione (11,6%, -2,9 punti). Sul fronte degli inattivi, nel terzo trimestre dopo dieci trimestri di calo sono in aumento (+79.000 in un anno, +0,6%), come IL corrispondente tasso di inattività (+0,3 punti).

La crescita degli inattivi – spiega l’Istat – è maggiore per le donne, è concentrata nel Centro e nel Mezzogiorno e coinvolge soltanto i giovani di 15-34 anni a fronte di una diminuzione nelle altre classi di età. L’aumento riguarda quelli piu’ lontani dal mercato del lavoro (+172.000, +1,7% quanti non cercano lavoro e non sono disponibili) mentre risultano in diminuzione le forze di lavoro potenziali (-93.000, -2,8%). Ininterrotta da quattordici trimestri, prosegue a ritmi meno intensi la riduzione del numero di scoraggiati (-152.000 in un anno, -9,2%), la cui incidenza sul totale degli inattivi di 15-64 anni scende all’11,1% (-1,2 punti in un anno). Dai dati di flusso, diminuiscono le transizioni dallo scoraggiamento verso la disoccupazione (-2,0 punti in un anno) e verso l’occupazione (-0,5 punti) mentre aumentano le permanenze nell’inattività.

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