Al Teatro Flaiano di Roma Lorena Vetro, Saria Convertino ed Ilenia Costanza, con la partecipazione di Alda D’Eusanio, hanno ‘messo in scena’ “La Trinacria è femmina”, un concerto reading della stessa Costanza, tra poesia, narrazione e musica popolare che, ieri sera, ha fatto registrare il tanto ben sperato sold out.
Uno show sulla Sicilia interpretato col lessico femminile che la caratterizzano: “Siccità è femmina, Santa Rosalia e Sant’Agata sono femmine. Imprenditorìa è femmina … selvaggia e disonorata però! L’emigrazione è femmina; la maschera di Pirandello e la roba di Verga. Ma anche la vigna, la mandorla e l’arancia. E il pistacchio. Sì, perché da noi il pistacchio si chiama ‘a fastuca! E diventa femmina … come la bellezza!”.
Durante la serata, ben accolta dal pubblico, sono stati citati anche alcuni brani di grandi scrittori come Luigi Pirandello, Quasimodo, Buttitta, Sciascia e Bufalino, mentre Lorena Vetro, cantastorie dalla voce sicura e coinvolgente, ha interpretato aneddoti e leggende, intonando brani significativi dall’anima siciliana come “Rosa canta e cunta” di Rosa Balistreri, “Nicuzza” di Gigi Finistrella, e altro di Otello Profazio e Nonò Salamone, senza tralasciare le piacevoli “contaminazioni” di Domenico Modugno, Mercedes Sosa e perfino Marlene Dietrich: “la leggenda di Colapesce“, “Barbablù“, “Amara terra mia“, “Lili Marleen“, “Malarazza“, “Ciàula scopre la luna“, “La Fuitìna“, “Qua si campa d’aria” e altre ancora, ma sempre accompagnate dal suono della sua vibrante chitarra e dalla seducente fisarmonica di Saria Convertino.
Molto apprezzati anche i cenni storici di una terra di Sicilia orgogliosa e animata dal pragmatismo delle donne, come nella “rivolta delle gelsominaie” a cui Ilenia Costanza ha dedicato un ritaglio
dello spettacolo. E’ stata una divertente e poetica pièce teatrale musicale, che ha veramente deliziato e “saziato” il pubblico, perché queste tre donne, nel raccontare la loro Sicilia, non hanno tralasciato l’arte culinaria, raccontando la simbologia che ha generato piatti noti come la “sarda a beccafico” e il cannolo, svelando trucchi, ricette e origini di una cucina tipica, povera di materia prima ma ricca di sapore, con una primordiale ricchezza che ha come ingrediente principale l’amore. Quello stesso amore che tiene Colapesce a reggere per sempre, le colonne di quest’isola unica e bellissima, nel profondo “scrusciu” dei tre mari.