Un po’ a sorpresa è iniziato nelle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera l’iter della proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia, presentata nel 2013 e quindi nella scorsa legislatura, ma da allora finita nel dimenticatoio, nonostante la reitarata mobilitazione dei promotori, l’Associazione Luca Coscioni e i Radicali, che proprio lo scorso settembre hanno incontrato Fico. Per il momento l’unico testo è quello, anche se alcune norme in esso contenute sono state superate proprio dalla legge sul testamento biologico e, quindi, va aggiornato e modificato, mettono subito in chiaro sia fonti M5s che della Lega. Le presidenti delle due commissioni, entrambe M5s, Marialucia Lorefice e Giulia Sarti, intendono procedere passo dopo passo con il massimo coinvolgimento di tutti, a cominciare da una serie di audizioni (le richieste dei soggetti da audire potranno essere presentate entro l’8 febbraio). Ed è sulla massima condivisione, ma anche sulla necessità di colmare il vuoto normativo evidenziato dalla Consulta – che tra l’altro ha dato un anno di tempo al Parlamento per intervenire – che punta il presidente Fico, invocando e auspicando il “senso di responsabilità” di ogni singolo parlamentare.
“Siamo di fronte a un compito importante per la Camera, un compito da affrontare con grande senso di responsabilità per avviare la riflessione su un argomento delicato, su cui si e’ registrato un ritardo normativo notevole“, sottolinea la terza carica dello Stato. “E’ un lavoro che richiederà tutta la sensibilità e la lungimiranza possibile per trovare una sintesi comune“.
Nessuno si fa troppe illusioni: i tempi saranno lunghi e servirà una grande opera di mediazione, spiegano un po’ tutte le forze politiche favorevoli ad approvare una normativa sul fine vita. L’esempio che viene fatto è quello sul testamento biologico e la strada da seguire, spiegano fonti parlamentari dei 5 stelle, è la stessa. Ovvero, massima condivisione e, soprattutto, “andare oltre gli steccati delle appartenenze politiche”.
Ma il tema è delicato e se è vero che tra i pentastellati trova un terreno fertile, con il pressing del presidente di Montecitorio Roberto Fico – da sempre molto sensibile alla questione – altrettanto non si può dire per la Lega. Che, però, non si pone di fronte alla materia con un atteggiamento di chiusura, viene assicurato. Anche nelle opposizioni le sensibilità sono diverse, così all’interno delle stesse forze politiche. Non è un mistero che nel Pd ci sia un’anima più cauta. Tanto che difficilmente, spiega il capogruppo dem in commissione Affari sociali della Camera, Vito De Filippo, si arriverà a una proposta di legge targata Pd, semmai “potrebbero esserci proposte di singoli deputati”, ipotizza.
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