“Lavoro, lotta alla disoccupazione, infrastrutture, investimenti, rilancio del Mezzogiorno, crescita e sviluppo, ma anche più Europa“.
Lo chiedono le maggiori sigle sindacali auspicando un vero e proprio cambio di passo del governo giallo-verde.
Le proposte sono state illustrate durante un incontro alla Camera in “sala Colletti”, organizzato dal dipartimento lavoro di Forza Italia guidato dalla deputata Renata Polverini, insieme ad Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Fi, e Lucio Malan, vicepresidente vicario Fi in Senato.
“La situazione italiana è preoccupante, viviamo un momento molto delicato. La situazione economica del nostro Paese è critica, con un grande deficit e debito pubblico, il peggiore dell’Ue, e una crescita economica che non va oltre lo 0,2%. Forza Italia, sentite tutte le categorie intermedie, vuole dare battaglia con delle proposte concrete affinché il Paese possa tornare a crescere” dichiara Renata Polverini. “Siamo molto preoccupati per una possibile patrimoniale, per una tassa sulla casa, per l’aumento dell’Iva. Il governo non ha una strategia” afferma il presidente Antonio Tajani, “La nostra priorità è il lavoro per dare dignità e libertà ai cittadini. Il reddito di cittadinanza non è una soluzione, anzi disincentiva i giovani, mentre bisognerebbe investire per creare le condizioni necessarie affinché le imprese assumano. Necessario anche il rilancio delle infrastrutture per creare lavoro utilizzando ad esempio i fondi europei non spesi dalle Regioni. Si dovrebbe intervenire anche ristrutturando i centri storici, riducendo i costi energetici e l’inquinamento. E ancora investimenti in innovazione e ricerca, politiche industriali mirate e il saldo dei debiti verso le imprese fornitrici da parte delle Pubbliche amministrazioni” aggiunge Tajani. “Il dibattito sul salario minimo per noi è molto importante“, dice il senatore Lucio Malan che manifesta la sua grande preoccupazione per l’andamento dell’economia italiana, dei livelli occupazionali e per il potere d’acquisto dei salari.
Da parte delle sigle sindacali i giudizi sull’azione del governo sono molto critici. “I problemi sono molto complessi e preoccupa la bolla del lavoro povero che si sta sempre più allargando. Serve un nuovo welfare a livello europeo e una politica industriale seria. Mancano investimenti e filiere innovative. Il Sud, ad esempio, è una grande opportunità e bisognerebbe per questo investire maggiormente” dichiara Vincenzo Colla di Cgil. “La politica dovrebbe sostenere crescita e sviluppo allargando la base occupazionale, mettendo in sicurezza il territorio, attuando una riforma fiscale con un abbassamento delle tasse per i pensionati e i dipendenti” sottolinea Domenico Proietti della Uil. “Il Paese è bloccato, le famiglie sono in difficoltà, il lavoro è sempre più precario, povero, debole e i pensionati usati come bancomat. Le previsioni di crescita del governo sono state smentite. Non si vede all’orizzonte un vero piano di sviluppo, il dl sblocca cantieri non sblocca nulla e il decreto crescita non ha un’idea o una visione di politica industriale di lungo periodo” rimarca Luigi Sbarra di Cisl.
“I temi su cui bisogna lavorare sono il lavoro con sblocco turn over, recupero potere d’acquisto, sviluppo e infrastrutture con rilancio del Mezzogiorno” dice Angelo Margiotta di Confsal. “Lavorare insieme per risolvere i problemi è fondamentale” dichiara Massimo Blasi di Cisal che aggiunge “Serve una strategia efficace per creare lavoro, per rivedere il sistema pensionistico, per un migliore utilizzo dei Fondi europei“. “La lotta alla disoccupazione è la priorità insieme al rilancio del Meridione con un piano che preveda ad esempio sgravi per l’agricoltura e interventi sulle case popolari” sottolinea Francesco La Ghezza di Confalsi. “Questo governo in realtà non ha prodotto alcun cambiamento“, conclude Maria Gandini di Usae.
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