Si è spento stamane alle 8.20, a 93 anni, Andrea Camilleri. Nato nel 1925 a Porto Empedocle, città di mare in provincia di Agrigento, da metà giugno era ricoverato all’Ospedale Santo Spirito di Roma in
seguito a problemi cardiorespiratori. Avrebbe compiuto 94 anni il 6 settembre. Noto a tutti come il ‘papà’ del Commissario Montalbano, Camilleri prima che scrittore di successo è stato regista di teatro, televisione e radio, oltre che sceneggiatore. Ha percorso anche la strada dell’insegnamento, con un corso di regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Nel 1949 Camilleri ha lavorato alla Rai come delegato alla produzione, regista e sceneggiatore e legato il suo nome ad alcune fra le più famose produzioni poliziesche della tv italiana, come i telefilm del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret, oltre a diverse opere per il teatro, con particolare attenzione a Pirandello. Col passare degli anni ha affiancato a questa attività quella di scrittore: è stato infatti autore di importanti saggi ‘romanzati’ di ambientazione siciliana, nati dai suoi studi sulla storia dell’isola.Non a caso, a distinguerlo nella scena culturale italiana è proprio la sua sicilianità, oltre al suo anticonformismo.
Fenomeno letterario davvero unico e inimitabile, è diventato autore bestseller a oltre 70 anni. Il successo arrivato in tarda eta’ ha raggiunto cifre record ma si e’ visto quanto non sia radicato solo nei numeri. Autore di oltre cento libri pubblicati – il centesimo e’ ‘L’altro capo del filo’ – con i titoli usciti per Sellerio, il suo editore, ha venduto venticinque milioni di copie in Italia ed e’ tradotto nelle lingue di tutto il mondo, dal giapponese al gaelico. E con Mondadori, che ha da poco pubblicato Km 123, l’inedito per l’anniversario dei 90 anni dei Gialli, ha venduto circa 6 milioni di copie. I suoi libri non facevano in tempo ad uscire che entravano in testa alle classifiche dei piu’ venduti, piacendo dal nord al sud Italia e a lettori di tutte le eta’.
Il 15 luglio lo scrittore, che il 6 settembre avrebbe compiuto 94 anni e da qualche anno era cieco, era atteso per la prima volta sul palco delle antiche Terme di Caracalla in una serata speciale di teatro con con ‘L’autodifesa di Caino’. Lo spettacolo seguiva il successo di ‘Conversazione su Tiresia’ da lui scritto e interpretato al Teatro Greco di Siracusa nel 2018 e divenuto un film diretto da Roberto Ando’ e Stefano Vicario. Il salto alle grandi tirature e’ avvenuto per Camilleri con il suo commissario Salvo Montalbano, apparso per la prima volta nel romanzo ‘La forma dell’acqua’ del 1994. A 25 anni da quell’esordio e’ uscito in questi giorni il ventisettesimo romanzo con protagonista il commissario: ‘Il cuoco dell’Alcyon’. In tutto sono trenta i libri Sellerio con Montalbano, se si considerano le tre antologie ‘Morte in mare aperto e altre indagini del giovane’, ‘Un mese con Montalbano’ e ‘Gli arancini di Montalbano’. Il nome del commissario e’ un omaggio a uno degli scrittori piu’ amati da Camilleri: Manuel Vazquez Montalban e il modello ideale e’ stato Maigret. Ma il vero balzo mediatico si e’ realizzato nel 1996 quando Maurizio Costanzo, in una puntata della sua trasmissione, ha invitato a comprare ‘Il ladro di merendine’ impegnandosi a restituire i soldi se il libro non fosse piaciuto. Da allora non si e’ piu’ fermata la fortuna del commissario – colto, gran lettore di romanzi, ghiotto, fidanzato con Livia – che e’ entrato nell’immaginario collettivo grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri, negli episodi della serie di Rai1, al top degli ascolti anche in replica. Montalbano “e” un monumento che se ne sta li’, ancora destinato a crescere per qualche anno. Terminerà quando finiro’ io” aveva detto all’ANSA Camilleri in occasione dei vent’anni del suo commissario le cui avventure si sarebbero dovute fermare al secondo episodio e invece non si sono mai arrestate e lo scrittore stava gia’ lavorando al trentunesimo titolo. “Non mi facevo capace di avere una tale fantasia per la lunga serialita’. Pero’ ci sono riuscito” aveva spiegato lo scrittore, incallito fumatore. Regista, sceneggiatore, autore teatrale e televisivo delle piu’ conosciute produzioni poliziesche della tv italiana.
Prima di Montalbano lo scrittore ha appassionato una cerchia di lettori di mezza eta’ che non lo ha mai abbandonato pubblicando, dopo il rifiuto di 14 editori, ‘Il corso delle cose’ (Lalli, ’78). Il primo libro uscito con Sellerio e’ ‘La strage dimenticata’ del 1984 cui sono seguiti ‘La stagione della caccia’, ‘Il birraio di Preston’, ‘Un filo di fumo’, ‘La concessione del telefono’, diventati dei cult. Tutto senza fare troppo chiasso, come nello stile dell’ amica Elvira Sellerio, per lo scrittore “una sorella”. Il suo editore storico per i novant’anni lo aveva festeggiato con l’uscita, in tiratura limitata, de ‘I sogni di Camilleri’, dove sono raccolti i brani in cui sognano i personaggi di tutti i libri dello scrittore e un volume celebrativo con una serie di saggi in cui era proposta una chiave di lettura della sua opera, del rapporto con la lingua, i luoghi e le abitudini, firmati da critici e intellettuali come Salvatore Silvano Nigro, Giovanni De Luna, Tullio De Mauro. Pubblicato oltre che da Sellerio, da Mondadori – che ha puntato molto su Montalbano contribuendo alla sua fortuna e poi da minimum fax, Chiarelettere e Rizzoli, il Commissario e il suo autore non hanno mai smesso di stupire. “Le sue avventure seguono un ordine cronologico preciso invece l’editore li ha mescolati. E’ meglio che sia cosi'”, ha raccontato Camilleri. E se il suo “unico vero maestro e’ “stato Orazio Costa”, Camilleri – che ha una memoria di ferro nel ricordare episodi della sua vita e un grande senso dell’ironia – ha piu’ volte raccontato di sentire “immensamente” la mancanza di Leonardo Sciascia, suo fondamentale punto di riferimento. Camilleri avrebbe voluto finire la sua carriera “seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano” aveva detto piu’ volte lo scrittore.
“Sgomento e dolore” per la morte di “una persona di famiglia” afferma il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, sulla morte dello scrittore originario del paese della provincia di Agrigento. “E’ un paese piccolo”, ha aggiunto, “ma un mondo speciale che ha ispirato Andrea. E’ la sua e nostra Vigata”, città immaginifica del commissario Montalbano, ma anche secondo nome di Porto Empedocle, appunto, “luogo straordinario – prosegue la prima cittadina – non solo letterario, a partire dal quale ha parlato non soltanto alla Sicilia. Camilleri Lo conosco sin da quando ero piccola, tutti lo conoscevano come una persona di grande umanita’ e semplicita’. Lo sentivo spesso. Mancherà a tutti, come manca una persona di famiglia”.
“Con Andrea Camilleri scompare uno dei migliori interpreti della cultura siciliana nel mondo. Scrittore sanguigno e prolifico, con i suoi romanzi ha regalato alla nostra Isola il più efficace spot turistico, promuovendone l’immagine in Italia e all’estero“. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ricorda l’autore agrigentino morto oggi a Roma.”Il maestro Camilleri – continua il governatore – è stato fra i più autorevoli protagonisti del Novecento italiano, l’ultimo testimone diretto di quella classe intellettuale di siciliani che, da Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia, passando per Gesualdo Bufalino, ha consegnato le pagine migliori della nostra letteratura. A nome del governo regionale – e interprete del sentimento dell’intera comunità- esprimo alla famiglia Camilleri il più vivo cordoglio“.
Camilleri, che da bambino si faceva chiamare Nenè, conobbe il premio nobel Luigi Pirandello e nel corso della sua carriera collaborò con Leonardo Sciascia, suo amico. Una curiosità: Camilleri non era credente, ma sul Santo nero Calogero – a cui fu esposto dal balcone di casa sua quando nacque – non aveva dubbi: “San Calogero per me esiste“.
Non ci sarà nessun momento pubblico per le esequie di Andrea Camilleri. Per volontà dello scrittore e della sua famiglia non ci sarà camera ardente e il funerale si svolgerà domani in forma privatissima. Solo dopo la sepoltura – a quanto si apprende – sarà reso noto il luogo in cui riposeranno le spoglie dell’autore, in modo da rendere possibile la visita ai tanti che lo hanno amato.