C’è aria di ferie e di mare, ma non si placano i giudizi sull’operato del governo e dunque della Lega e del M5s. Questa volta “a dire la sua” è il noto sociologo Giuseppe De Rita.
Le posizioni oltranziste del ministro degli Interni non preoccupano il fondatore del Censis – il Centro Studi Investimenti Sociali di ricerca socio-economica fondato nel 1964 – Giuseppe De Rita. “Non lo ritengo un pericolo per la democrazia – afferma in una intervista a Repubblica -. La leadership si conquista sul piano internazionale, mentre Salvini resta un italiano verace che mangia la Nutella o sta nudo sulla spiaggia. E la vicenda di Moscopoli rivela che sono stati i russi a fare le intercettazioni e a metterle in circolo. Ora delle due l’una: o volevano licenziare l’alleato italiano o solo mandargli un avvertimento. In entrambi i casi la statura di Salvini ne esce ridimensionata. Non è lui a preoccuparmi“, piuttosto “la cultura da crociata dei Cinque Stelle, che è riuscita a orientare spezzoni dell’opinione pubblica. L’ossessione dell’uno vale uno. L’eccitazione giustizialista. La minacciata riduzione dei parlamentari. L’assillo paratecnologico espresso da Casaleggio. A inquietare è la totale assenza di cultura politica“.
Evidenzia poi che “in diciotto mesi hanno dimostrato che non ce la fanno. Quando si votò per l’ultimo Parlamento, lo scorso anno, suggerii ad amici che lavorano al Quirinale di evitare la data di marzo perché è il mese dei suicidi. La mancanza di luce protratta per tutto l’inverno porta alla depressione. Sarà un suicidio, pensai. E così è stato. Gli italiani si sono suicidati: per dispetto, rancore, rabbia. Qualche mese fa, all’uscita dell’inverno, mi sono domandato chi si sarebbe suicidato. E ho capito che era stato suicidato Beppe Grillo: è finita la copertura emotiva e popolaresca del movimento perché a fare i carismatici non si regge a lungo. Ora dobbiamo aspettare il prossimo marzo“.