Sale la tensione tra Usa e Cina. “A questo gioco si può giocare in due”, devono aver pensato in Cina dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato la volontà di chiedere un risarcimento danni a Pechino per l’epidemia di Coronavirus.
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Infatti, secondo quanto riferito da Global Times, gli esperti cinesi in materia di legge starebbero studiando la fattibilità e i rischi di intraprendere azioni legali contro il governo federale e i governi statali degli Stati Uniti per la cattiva gestione dell’emergenza, a causa della quale aziende e associazioni cinesi, sia in patria sia all’estero, stanno subendo perdite economiche.
In Cina, numerose aziende nazionali hanno potuto tornare al lavoro in febbraio grazie alle misure di contenimento messe in campo dal PCC.
Tuttavia, come spiega il tabloid, il peggioramento della situazione negli Stati Uniti ha determinato un calo degli ordini per molte attività trainate dalle esportazioni, con un impatto significativo sulle fabbriche e sulle persone.
In Italia, intanto, ha deciso di seguire l’esempio a stelle e strisce il Codacons, esortando gli italiani a preaderire “gratuitamente all’azione di risarcimento danni contro la Cina, per le gravi responsabilità ed omissioni nel contrasto della diffusione del Covid-19”.
Chi fa causa alla Cina “ha bisogno di un mostro da incolpare per i suoi problemi”, sostiene invece l’ex sottosegretario del Mise, Michele Geraci, dalle pagine del Global Times.
E i fatti parlano da soli: lo scorso 23 gennaio, il lockdown imposto dalle autorità cinesi nella città di Wuhan non ha lasciato spazio a dubbi sulla gravità del problema, ciononostante i governi occidentali non hanno predisposto alcun piano per la prevenzione dei contagi. “Che cosa stava facendo all’epoca il Bild?”
Si sono chiesti i giornalisti cinesi, riferendosi all’attacco contro Xi Jinping promosso dal direttore del giornale tedesco, Julian Reichelt.
Ve lo diciamo noi: proprio il 23 gennaio, alla domanda “esiste un pericolo per noi in Germania?”
Il Bild, citando l’Istituto Robert Koch, rispondeva con un deciso “No!”.
Ma torniamo agli Stati Uniti. Non è da escludere che quella di Trump sia soltanto una grande trovata pre-elettorale.
Come rivela Politico, il Comitato nazionale repubblicano ha infatti distribuito ai suoi candidati un memorandum di 57 pagine in cui si delinea una strategia su come partecipare al dibattito pubblico sulla questione Coronavirus.
Sono tre le linee di attacco principali, spiega Politico: uno, Pechino è responsabile della diffusione del virus, due, i Democratici sono troppo morbidi nei confronti della Cina, e tre, i Repubblicani faranno pressione per l’adozione di sanzioni.
Su quest’ultimo punto, è interessante notare che la Commissione federale degli Stati Uniti per le comunicazioni (FCC) potrebbe far chiudere le operazioni di tre società cinesi nel territorio degli Usa, sostenendo che sono controllate dal governo cinese e che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale.
China Telecom Americas, China Unicom Americas e ComNet, società controllata da Pacific Networks, sono ora tenute a spiegare i motivi per cui la FCC non dovrebbe revocare le loro licenze di esercizio.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa nuova tensione tra Usa e Cina che rischia di sfociare in una nuova guerra legale.