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Conte apre alla verifica del programma: nuovo patto sulla fase 2

Impegni chiari, risposte urgenti, massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche per verificare e rilanciare la solidità del patto di governo per la fase 2. Il binario sul quale il premier Giuseppe Conte intende uscire da un possibile cul de sac di maggio è sostanzialmente questo. Ed è un sentiero percorrendo il quale il capo del governo intende sminare le eventuali trappole di Italia Viva, nel segno di un ulteriore appello alla “responsabilità”, alla quale, in una fase così delicata, governo e partiti sono chiamati. Una responsabilità che, nel corso dell’incontro con la delegazione dei renziani a Palazzo Chigi, Conte non ha mancato di citare. 
Il tema è che, per innescare una crisi di governo, serva che il governo non abbia più la fiducia della maggioranza in Parlamento. E, in questo caso, sono tre gli appuntamenti a rischio da cerchiare in rosso: le due mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni al ministro Roberto Gualtieri e al Guardasigilli Alfonso Bonafede – convitato di pietra dell’incontro tra Conte e Iv – e l’arrivo, nelle Camere, di un accordo europeo che, con un Mes senza condizioni, sembra andare sempre più nella direzione auspicata dal governo. E’ in questi tre appuntamenti che la tela di Renzi potrebbe strapparsi, magari scoprendo delle defezioni anche nel proprio gruppo. Certo, la partita a scacchi del premier resta rischiosa. Anche perché, se da un lato c’è la spinta centrifuga, dall’altro c’è un M5S che sul Mes potrebbe comunque spaccarsi, sull’onda della linea dura di Alessandro Di Battista. Per questo il premier vuole arrivare agli appuntamenti decisivi dell’Aula con un patto di governo piu’ forte. Cercando di coinvolgere tutti, Iv compresa, nella fase 2.
L’incontro di Palazzo Chigi con la delegazione renziana (in foto) sarà infatti seguito da nuovi appuntamenti nel segno di un concetto già altre volte ribadito da Conte: cioè che il premier e Renzi sono sulla stessa linea, almeno sulla consapevolezza che il Paese ha bisogno di risposte estreme e urgenti. Da qui l’individuazione di alcune priorità comuni: un piano shock per le imprese, un dl che metta in campo la semplificazione burocratica, uno “sblocca cantieri” nel segno del modello Genova. Basterà a placare le mire di Iv? Chi ha parlato con Renzi racconta che l’ex premier resta tentato dal cambio di premiership e abbia, allo stesso tempo, cominciato una sotterranea campagna acquisti in FI. E nel disegno di Renzi, al posto di Conte, potrebbe finire o un tecnico vicino a Mario Draghi o un big del Pd, alla Dario Franceschini. Ma, per ora, gli argini attorno a Conte reggono. Il Pd, spiegano fonti del partito, non ha alcuna intenzione di partecipare al chiacchiericcio politico e resta concentrato sul piano semplificazione, sul piano infanzia e su una nuova politica industriale per il Paese. E anche Silvio Berlusconi, consapevole delle divisioni interne agli azzurri, stretti tra la tentazione governista e il legame con l’alleanza del centrodestra, chiude a qualsiasi asse con Renzi. Anzi, già sulla mozione di sfiducia per Bonafede FI ha optato per la sottoscrizione per evitare ulteriori spaccature con Matteo Salvini, in vista anche delle Regionali. 
La tregua di governo, seppure flebile, per ora regge. Resta il nodo Bonafede, che Iv volutamente non ha chiuso. Ma l’ipotesi che i renziani appoggino la mozione di sfiducia del centrodestra, dopo l’incontro di oggi, appare più remota.

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