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Fase 2, Borgomeo: "Impossibile la 'ricostruzione' post Covid senza un ruolo attivo del Terzo settore"

Il terzo settore, motore per la ripresa ed elemento di ricchezza culturale per una Italia che punta a cambiare strada nel solco di elementi come l’economia circolare, l’ambiente e lo sviluppo dei territori.

A lanciare la sfida su Askanews è Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con Il Sud, da anni in prima linea in progetti di sostegno per Il Mezzogiorno. Borgomeo dà un giudizio sostanzialmente positivo delle azioni messe in campo dall’esecutivo proprio per gli Enti di Terzo Settore anche se, in un momento così particolare, mette in guardia dal rischio criminalità organizzata nel nostro Sud, vista la sua possibilità di mettere in giro immediata liquidità.

Il Decreto rilancio varato dal Governo ha previsto un rifinanziamento per 100 milioni di euro del fondo per le attività delle associazioni, un fondo specifico per aiutare nel post emergenza Il Terzo settore del Mezzogiorno, ulteriori risorse per interventi di contrasto alla povertà educativa nelle Regioni del Sud. Soddisfatto? La considera anche una vostra vittoria?

Abbastanza soddisfatto. Se si considera anche Il fatto che molte forme di sostegno previste per le PMI, sono allargate agli Enti di Terzo settore, bisogna onestamente dire che siamo di fronte ad una svolta. Non ci si è ‘dimenticati’ del Terzo settore, finalmente. Per quanto riguarda Il Sud, ho già dichiarato che le risorse messe a disposizione non sono ancora adeguate. Ma non si può sottovalutare una novità, dal mio punto di vista, strategica. E’ la prima volta che un Ministro che si occupa di sviluppo del Sud, propone e realizza un intervento di sostegno al Terzo settore. Il Terzo settore ‘serve’ per lo sviluppo dei territori. E la Fondazione con Il Sud che insiste sempre su questo aspetto, non può che essere soddisfatta“.

Lei, a nome della Fondazione, ha inviato recentemente una proposta per la ripartenza, ci può dire se è stata recepita ‘in toto’ dal Governo e quale è la filosofia degli interventi per aiutare la ripartenza del nostro Mezzogiorno?

Ho sottolineato, appunto, che Il Terzo settore del Sud andava sostenuto, sia per non limitarne lo straordinario lavoro compiuto in questi mesi, sia , soprattutto, perchè riteniamo impossibile una fase di ‘ricosrtruzione’ post Covid, senza un ruolo attivo del Terzo settore che è parte decisiva nella costruzione delle comunità“.

Teme anche lei che questa pioggia di fondi, soprattutto al Sud, possa essere ‘intercettata’ dalla criminalità organizzata?

Temo piuttosto che la mancanza di liquidità o Il ritardo nell’attuazione degli interventi, costituisca un’occasione d’oro per la criminalità organizzata che attraverso l’usura, sta , pericolosamente, conquistando ampi spazi, prestando soldi a tante famiglie e, soprattutto, a tanti soggetti che avevano attività sommerse“.

In questi ultimi mesi contraddistinti dall’emergenza coronavirus con le sue drammatiche conseguenze, si è vista l’importanza di una realtà come quella del terzo settore. Eppure proprio questo fecondo mondo rischiava di entrare in forte crisi. Pericolo scampato? Quali sono le ricette che voi proponete per metterlo in sicurezza? Con le recenti misure, Il pericolo non è scampato, ma certamente attenuato. Non abbiamo ricette, ma un percorso di lavoro: rafforzare Il ruolo degli Enti di Terzo settore come soggetti del cambiamento: sembra uno slogan, ma non lo è. E’ pratica, è fare rete, è assumere e difendere obbiettivi di sviluppo dei territori coinvolgendo altri settori della cittadinanza. Non è facile: bisogna coinvolgere i cittadini, convincere le istituzioni, conquistare la pubblica opinione. Ma bisogna anche accelerare processi di cambiamento dentro Il Terzo settore“.

Tema sempre più di attualità quello dell’ambiente: proprio Il virus cosa ci ha insegnato?

Non sono in grado di rispondere con efficacia a questa domanda. Penso però che, da questo punto di vista, resterà in tutti noi una nuova consapevolezza: che non siamo dominatori assoluti del pianeta, che abbiamo una grande fragilità e che, quindi, dobbiamo modificare un modello di sviluppo, facendo della sostenibilità non un semplice optional“.

In particolare, Il nostro Mezzogiorno possiede una ricchezza inestimabile dal punto di vista degli ecosistemi. Come rendere tutto ciò compatibile con una economia di mercato che però tuteli e salvaguardi i nostri beni ambientali?Aumentando, moltiplicando e rafforzando le tante esperienze in atto che potranno modificare le politiche per lo sviluppo fino ad oggi portate avanti. Quello che prima appariva un ambito di intervento per sognatori, alternativi, e comunque per minoranze, oggi sono percorsi decisivi per lo sviluppo. Finalmente potremmo smentire Il bellissimo giudizio di Erri De Luca: ‘Il sud è seduto su un tesoro e pensa di trovarlo altrove“.

Grazie tante Presidente.

A voi“.

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