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Centrodestra diviso, Salvini bacchetta Berlusconi: "Usa la lingua di Prodi e Renzi, dopo Conte c'è il voto"

Non è un mistero che da tempo ci siano degli scricchiolii nel centrodestra, ma dopo l’intervista rilasciata da Silvio Berlusconi a un quotidiano nazionale gli scricchiolii di cui sopra sono diventati rumori sinistri. Perché se il leader di Forza Italia ‘apre’ al dialogo con il governo e si dice pronto a mettere a disposizione “idee ed esperienza” per rilanciare l’Italia prostrata dalla crisi post-coronavirus, il resto della coalizione ‘chiude’ qualsiasi spiraglio di condivisione e pensa di andare al voto. Se non subito, per lo meno quando la reggenza di Giuseppe Conte terminerà: “Per me dopo Conte non c’è Draghi, ci sono le elezioni. E dico no ai giochi di palazzo“, ha tuonato Matteo Salvini dando poco conto ai sondaggi che vendono la Lega sempre primo partito ma ormai non più con margini siderali di vantaggio rispetto agli altri.

Il tema delle urne, del resto, è caro anche a Giorgia Meloni. La first lady di Fratelli d’Italia spesso è solita porre l’accento sul fatto che l’unica soluzione praticabile alla fine dell’emergenza epidemiologica possa essere il voto, anche se le regionali di settembre non agevolano progetti elettorali più ampi. Meloni che, pure lei come Berlusconi, ha affidato il suo manifesto politico alle colonne di un quotidiano. “Vogliono dialogare? Bene, ecco le due condizioni. Sparisce tutto quello che non c’entra con il rilancio: poltrone, consulenze, amenità, bonus inutili. E le riunioni tra governo e opposizione le facciamo in streaming, così gli italiani potranno giudicare. Ci stanno? I signori del M5S, che tanto amavano la trasparenza, guarda caso adesso dicono di no…“.

Insomma, non c’è bisogno di una laurea in politologia per capire quanto sia netta la contrapposizione: Berlusconi ‘il morbido’ da una parte, Salvini e Meloni ‘i duri’ dall’altra. “Devo confessare che ogni tanto non lo capisco”, ha detto il capo del Carroccio riferendosi al Cavaliere. “L’ho sentito usare la lingua di Prodi e di Renzi e mi lascia dei dubbi. Noi della Lega diciamo che il governo prima va a casa meglio è, e spero che nessuno del centrodestra sia disposto a sostenere robe strane“, ha aggiunto durante la sua missione a Napoli, bocciando la candidatura dell’azzurro Caldoro, caro invece a Berlusconi. E pure questo sarà motivo di attrito all’interno del centrodestra, scosso dalla mano testa del Cavaliere verso il ‘nemico’ giallorosso. “Se il governo ce lo consentirà davvero, parteciperemo a tutti gli incontri e a tutti i lavori al riguardo. Cercheremo di apportare le proposte più utili che scaturiranno dal nostro buonsenso, dalla nostra competenza, dalle nostre plurime esperienze nel mondo delle imprese, dell’edilizia, delle opere pubbliche, dello sport, della comunicazione e delle relazioni internazionali“, le parole del Cav che Salvini non ha capito e che hanno innescato una reazione muscolare. Se non è la fine, forse siamo all’inizio della resa dei conti.

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