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Governo e Parlamento, i temi più dibattuti

La Task force guidata da Vittorio Colao ieri ha consegnato a Giuseppe Conte il piano con le proposte (102 in totale, con 6 macro obiettivi) per rilanciare l’italia nel triennio 2020-2022. Tra le varie priorità indicate, il gruppo di esperti suggerisce di “escludere il contagio Covid-19 dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie e neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi (ad es. turnazione, straordinari) conseguenti all’adozione dei protocolli di sicurezza e al recupero della produzione perduta per il fermo, per non penalizzare la competitività dell’impresa e i redditi dei lavoratori”.

Il documento propone anche di “incentivare il re-insediamento in Italia di attività ad alto valore aggiunto” e di consentire (in deroga temporanea al decreto Dignità) il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza almeno per tutto il 2020. E ancora: la Task force suggerisce di rinnovare, se necessario, le misure straordinarie per garantire liquidità alle imprese, liquidare i crediti delle aziende verso la Pa e valutare pagamenti anticipati per i lavori pubblici.

Per contrastare l’illegalità il piano Colao propone di favorire l’emersione del lavoro nero attraverso opportunità di voluntary disclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo la contribuzione del cuneo fiscale, nonché prevedendo sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione. Infine, il gruppo di esperti suggerisce di introdurre la voluntary disclosure anche sul contante e altri valori derivanti da redditi non dichiarati, a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva e dell’impiego per un periodo minimo di tempo (ad es. 5 anni) di una parte significativa dell’importo in attività funzionali alla ripresa, e sempre tramite la voluntary disclosure si propone anche di favorire la regolarizzazione e il rientro di capitali detenuti illegalmente all’estero. Non è ancora chiaro in che modo il Governo utilizzerà il documento, e le reazioni del mondo politico al piano della Task force sono miste.

Prima di tutto, pare ci sarebbe un certo malumore tra i ministri per aver appreso dei contenuti solo tramite i media e non in anticipo, e dalle opposizioni Mariastella Gelmini, capogruppo FI a Montecitorio, ha chiesto che il Piano sia trasmesso alla Camere per essere discusso in via ufficiale. Ma su firma e consegna del documento a Palazzo Chigi c’è anche un “caso” politico: Mariana Mazzuccato, consigliera economica di Giuseppe Conte e membro della Task force Colao, sarebbe stata l’unica del gruppo di esperti a non voler firmare la versione finale del Piano in virtù di presunte “divergenze” sulle soluzioni indicate. Mazzuccato oggi alle 13 sarà audita a Montecitorio in commissione Politiche Ue – ma per parlare del programma 2020 della Commissione Ue e della partecipazione italiana all’Unione europea – e vedremo se qualche deputato riuscirà a scucirle qualche commento in merito alla sua mancata firma.

A parte le proposte di Colao, il Governo in questi giorni è al lavoro per preparare il decreto sulle Semplificazioni, il complesso del “Piano di rinascita” e organizzare gli Stati generali dell’economia proposti dal premier. Su quest’ultimo evento, annunciato in pompa magna, per il momento non si sa molto, neppure la durata, e neanche la data appare certa (probabilmente si terrà venerdì). L’unica cosa sicura è la location: Villa Doria Pamphili. Secondo indiscrezioni, dovrebbero partecipare (in videoconferenza) anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente dell’Eurocamera, David Sassoli, insieme a vari economisti di livello mondiale e alcuni premi Nobel. L’invito a partecipare dovrebbe essere esteso anche a Confindustria, ai sindacati e alle opposizioni. In aggiunta, come indicato dallo stesso Conte, si attende il coinvolgimento di non meglio precisate menti “brillanti” italiane. Il premier, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sta preparando un suo documento da presentare agli Stati generali che si incrocia anche con il Piano nazionale delle riforme, e vedremo cosa (e quanto) delle proposte avanzate da Colao verrà assorbito. Intanto, in commissione Bilancio alla Camera prosegue l’iter del dl Rilancio, il decreto-manovra da 55 miliardi.

La scorsa settimana i gruppi hanno presentato 7.583 emendamenti, di cui 275 sono risultati inammissibili. Oggi, entro le 11, dovranno essere segnalate le modifiche da votare, mentre giovedì si terrà l’eventuale discussione sul complesso delle proposte. L’inizio dei voti è previsto da lunedì 15 giugno dalle 16.30, con l’obiettivo di dare il mandato ai relatori entro sabato 20 giugno. Il testo, che è in prima lettura alla Camera, è atteso in aula a partire dal 24 giugno. L’accordo prevede che dovranno essere 1.200 gli emendamenti da segnalare in commissione: la quota maggiore (307) sono attribuiti al M5s, 209 dalla Lega, 205 da FI, 164 dal Pd, 128 da FdI e 89 da Iv.

I restanti sono attribuiti alle varie componenti del Misto. Già dallo scorso week end, apprendiamo da Public Policy, si tengono ogni giorno riunioni di maggioranza e Governo per individuare i temi principali di intervento. Verso la metà della settimana saranno approntate bozze di griglie con i pareri, mentre fonti di maggioranza escludono che questa settimana possano arrivare emendamenti di relatori e governo. Tra i principali temi su cui ricadono richieste di modifica c’è quello dell’Irap, l’ecobonus al 110% e gli incentivi per l’acquisto di auto a basso impatto. In tema fiscale, il Pd ha proposto una procedura di “reshoring” offrendo agli imprenditori degli “accordi di stabilità”, ovvero garanzie che il trattamento fiscale che gli viene applicato all’inizio dell’attività non potrà peggiorare con il cambiare dei Governi e delle leggi (generalmente per dieci anni, salvo eccezioni espressamente individuate dalla norma). Restando a Montecitorio, oggi a partire dalle 9 l’aula riprende l’esame del dl Elezioni, su cui ieri è stato approvato un emendamento di Forza Italia che fissa una nuova finestra elettorale per le consultazioni regionali. La modifica, dove si prevede che le consultazioni non si terranno prima del 20 settembre, è un “assist” per il Governo, che vuole fissare l’election day, comprensivo di elezioni comunali e referendum costituzionale, per domenica 20 e lunedì 21 settembre. Fi ha votato a favore del suo emendamento insieme alla maggioranza, la Lega si è astenuta mentre Fratelli d’Italia ha espresso parere contrario.

Infine, da segnalare l’audizione del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, nella commissione Istruzione del Senato sulle “iniziative di competenza del suo dicastero connesse all’emergenza epidemiologica Covid-19”. “Abbiamo emanato decreti attuativi per 145 milioni. Di questi, 20 milioni per gli operatori del teatro, della danza, della musica, i circhi non finanziati dal Fus. In questo modo copriamo diverse centinaia di piccole compagnie che non avevano accesso al Fus. Sono state fatte tante domande e stiamo ragionando se allargare ci circa altri 7 milioni per soddisfare tutte le domande ricevute per i contributi extra Fus” ha detto poco fa il ministro.

“Il fondo emergenza imprese e istituzioni culturali ammonta a 210 milioni nel 2020. Sono stati già fatti decreti per 40 milioni, 10 milioni per incrementare il tax credit librerie, è praticamente triplicato il fondo del 2020 per sostenere le librerie, e abbiamo scelto tra le varie opzioni per dare liquidità alla filiera del libro quella più veloce”, ha aggiunto l’esponente Pd. “E’ previsto un fondo di 100 milioni di euro per i musei dello Stato che hanno visto la totale scomparsa della bigliettazione. La grande sfida – ha sottolineato Franceschini – è coinvolgere i privati non attraverso le donazioni, ma attraverso investimenti in un fondo strategico della cultura”.

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