Prima erano degli spifferi, ora sono correnti dove l’aria della crisi interna gira così forte da provocare vortici, mal di testa e mal di pancia che fanno traballare sedie e posizioni. Al Padre del M5s, Grillo, il termine corrente suscita un vaffa di vomito, una nausea Sartriana, ma il figlio ribelle, il duro e puro Di Battista, gli risponde con un democristiano Amen! Detto questo, il destino dei Movimenti politici, almeno di quelli che reggono con successo lo specchio della rabbia sociale in un dato momento storico, è segnato da una sorta di timer genetico interno. Esaurita la fase della contestazione della Casta e delle elites, diventano a loro volta centri di potere e si spaccano idealmente in due: la “nostalghia” di una purezza iniziale di fatto irrecuperabile da una parte, dall’altra il situazionismo pragmatico di nuove metamorfosi e di nuove alleanze. Dopo il successo alle politiche del 2018 e dopo aver messo nel parlamento reale, non in quello utopico internettiano di Casaleggio, la truppa più consistente di deputati e senatori, era inevitabile lo scontro tra puristi e governativi.
In questi due anni poi è successo di tutto: prima l’alleanza con Salvini, e una ratio ci poteva stare perchè anche la Lega nel 2018 capitalizzava la sua lunga campagna elettorale contro il sistema, poi senza colpo ferire l’abbraccio con il Pd, Leu, Renzi, in un accrocchio voluto da Mattarella per formalismo costituzionale ma soprattutto per negare le urne al Capitan Papeete. Poi c’è il fenomeno Conte, finito li’ per caso e ora Re di Villa Pamphili-Versailles. I sondaggi gli danno un gradimento popolare del 60% e se dovesse guidare i grillini li porterebbe al 25%. Siccome i Cinque stelle sono ora al 16%, Giuseppi da solo varrebbe 9 punti.
I sondaggisti sono in polemica tra di loro e io come cronista con in mano il taccuino delle lamentele quotidiane della gente dico umilmente che qualcosa non va. O gli italiani sono masochisti e gli è piaciuto essere confinati in casa, perdere il lavoro, farsi spesso sbattere la porta in faccia da Inps e banche, vedere con ritardo i soldi della Cassa integrazione, o qualcuno dirige la comunicazione politica un pò come gli pare. Per ora Conte ha detto no, ma se dovesse imbarcarsi i grillini la scissione nel movimento sarebbe inevitabile e Di Battista sarebbe la guida dei non governativi. Del resto lui che ha fatto un lungo reportage in Sudamerica forse ha qualche informazione in piu’ sulla bomba lanciata dal giornale spagnolo ABC sui soldi che il Movimento avrebbe preso dalla dittatura venezuelana.
Il balletto delle accuse e delle controaccuse è già cominciato, è il debunking dei servizi segreti, tante verità, nessuna verità. Un fatto però c’è ed è negli archivi del governo giallo-verde: tutto il mondo nel 2019 ci guardò male perche’ l’Italia non prese una posizione ufficiale su Maduro nei giorni degli scontri con Guaido’. Il governo non cadra’ per questo, l’estate sara’ rovente per la politica, ma tutti aspettano settembre per i conti veri della crisi economica e per il risultato delle regionali.
C. Brachino