Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, nei giorni scorsi ha formulato l’idea di ridurre l’Iva per rilanciare i consumi post Covid (vedi). Il premier Conte ha dichiarato di essere d’accordo. “Penso che il governo deciderà nei prossimi giorni. Dobbiamo intervenire sui settori che sono stati maggiormente colpiti da questa crisi – spiega Castelli a la Repubblica – e che tardando a ripartire, penso a tutta la filiera del turismo e della ristorazione, in primis. Ma anche all’artigianato, all’abbigliamento e all’automobile. Un’operazione che va legata al cashless, per far ripartire l’economia“.
La Germania ha fatto una operazione temporanea di riduzione di tre punti. “Nei mesi scorsi avevamo già lavorato ad alcune simulazioni sull’Iva, saremmo pronti ad intervenire anche subito, ma la sede più corretta è sicuramente la prossima legge di Bilancio, facendo scattare l’intervento dal prossimo 1° gennaio. Una misura temporanea, con un orizzonte di due anni. Ma resta il fatto che una rimodulazione dell’Iva, al ribasso, rimane un obiettivo da inserire nella più organica riforma per la riduzione delle tasse e dell’Irpef, a cui stiamo lavorando“.
Secondo il viceministro “dobbiamo metterci le risorse che servono, far ripartire il Paese è l’unica priorità. E l’aumento della domanda ha un impatto molto positivo sul Pil“.
Sempre a proposito di fisco: dagli Stati generali sono giunte richieste per intervenire sull’acconto sull’autotassazione Irpef di giugno. “Sono stati una bella occasione di confronto con tutte le realtà del Paese. Molte delle sollecitazioni che arrivano dalle parti sociali, dai giovani, dalle realtà produttive, entreranno a far parte del nostro ‘piano industriale’, in cui coinvolgeremo anche le aziende partecipate di Stato. Sulle tasse di giugno non ci sono i tempi per un rinvio, ma dovremmo evitare l’applicazione di sanzioni e interessi a chi ha bisogno di qualche settimana in più per pagare“.