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Esteri

Tiro alla fune tra USA e Germania

“Siamo cresciuti nella certezza che gli Usa volessero essere una potenza mondiale”, ma “se dovessero decidere di loro spontanea volontà di rinunciare a questo ruolo, dovremo riflettere molto profondamente sulla questione”. Angela Merkel

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, intervistata da un gruppo di sei quotidiani europei, tra cui La Stampa e il britannico The Guardian, ha commentato così la decisione di Washington di ritirare parte delle sue truppe dalla Germania.

In altre parole: non siamo noi a volere l’indipendenza, sono loro a non volerci più comandare.

Questa la giustificazione, mentre matura, sullo sfondo, la possibilità di una guerra commerciale tra Usa e Germania incentrata sul gasdotto Nord Stream-2. Berlino, però, in veste di presidente del Consiglio dell’Unione europea a partire dal 1 luglio, cercherà di tirare dalla sua l’intero blocco. 

Giulia Zanette

VENEZUELA: APPELLI INTERNAZIONALI PER SOLLEVARE LE SANZIONI

Una “Campagna Europea per la sospensione delle sanzioni contro il Venezuela” è stata lanciata in una lettera aperta firmata da cittadini latinoamericani residenti in Belgio e pubblicata venerdì 26 giugno.

Le sanzioni sono “illegali ed ingiustificate,” viene scritto, ma esse sono anche “disumane”, compromettono gli sforzi del paese di contrastare il Coronavirus, rendendo più difficile l’accesso a cibo e medicine.

A livello internazionale, molti hanno esortato gli USA a sollevare le sanzioni, da Papa Francesco al Segretario Generale Onu Guterres all’alto rappresentante per l’Ue Josep Borrell, oltre a 11 senatori americani che hanno scritto una lettera al Segretario di Stato Mike Pompeo.

Leni Remedios

PECHINO ACCELERA SULL’ALTERNATIVA CINESE ALLO SWIFT

La Cina dovrà essere pronta quando e se gli Stati Uniti decideranno di estrometterla dal sistema di messaggistica SWIFT.

Così il vicepresidente della China Securities Regulatory Commission, Fang Xinghai.

Il secondo obiettivo di Pechino riguarda, invece, l’internazionalizzazione dello Yuan, ovvero la sostituzione dello Yuan al dollaro nei pagamenti internazionali. Un’alternativa cinese allo SWIFT esiste già e si chiama CIPS, un sistema di pagamenti internazionali istituito nel 2015 dalla Banca Popolare Cinese. Un anno prima, a fronte del deterioramento dei rapporti con l’Occidente, un sistema analogo era stato creato dalla Banca Centrale della Federazione Russa. Nel novembre scorso, nell’ambito dell’undicesimo summit del gruppo BRICS, Mosca e Pechino hanno concordato il prossimo collegamento dei due sistemi.

Giulia Zanette

ASSANGE: NUOVE ACCUSE DAL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USA

Nuovi capi d’imputazione per Julian Assange, emanate dal Dipartimento di Giustizia USA mercoledì 24 giugno. Riguardano il reclutamento di hackers nelle conferenze in Olanda e in Malesia nel 2009, oltre a cospirazione con gruppi di hackers come LulzSec e Anonymous per l’accesso a documenti riservati. Non aggiungono nulla di più ai 18 capi d’accusa in essere ma, come commenta il suo legale Barry Pollack, è un tentativo da parte del governo americano di “persuadere il pubblico che la persecuzione di Assange riguardi altro che non sia l’esposizione dei crimini di guerra commessi dagli USA.” Un’udienza sulle nuove accuse si è svolta lunedì 29 giugno a Londra.

Leni Remedios

CONFERENZA ONU SUL CLIMA E COVID-19: PARTNERSHIP LONDRA-ROMA

“La partnership fra Regno Unito e Italia sulla Conferenza ONU sul cambiamento climatico sarà un’opportunità per guidare un nuovo tipo di economia sostenibile durante la ripresa dal Covid-19.”

Parola  del Ministro degli Esteri britannico Dominic Raab, che in un tweet ha dichiarato di aver discusso di questo ed altro con il suo omologo italiano Luigi Di Maio. La partnership sulla conferenza COP-26, prevista per novembre a Glasgow, era stata già stabilita l’anno scorso. Nel frattempo però la pandemia da Coronavirus ha cambiato le carte in tavola. Ci si chiede cosa intendano i due ministri per economia nuova e sostenibile. Seguiremo gli sviluppi.

Leni Remedios

FAZ: MISSILI A MEDIO RAGGIO IN EUROPAMissili americani a medio raggio in Europa.
I membri europei della NATO avrebbero dato il loro consenso durante il vertice dei ministri della Difesa conclusosi il 18 giugno. A rivelarlo è il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando fonti anonime ai piani alti dell’Alleanza atlantica. Missili convenzionali, che in caso di escalation potranno essere armati con testate nucleari.
Non solo. In caso di necessità, le bombe nucleari Usa custodite in Germania potrebbero finire in Polonia. Condurre un attacco preventivo con missili convenzionali non ha senso, spiegano gli esperti russi  perché i risultati sarebbero scarsi e la risposta devastante.
Se l’obiettivo è quello di disarmare il nemico, allora la scelta ricade sulle testate nucleari. Ma quando il tempo di volo è di dieci minuti, non resta spazio per gli accordi e l’unica via percorribile è il contrattacco. Non a caso i missili a medio raggio erano stati banditi dal Trattato INF. Washington, però, ne ha fatto carta straccia.
Giulia Zanette
TOKYO CONFERMA: NO AL SISTEMA USA AEGIS ASHORE
Il Ministro della Difesa giapponese, Taro Kono, ha confermato il congelamento dei piani per lo schieramento nelle prefetture di Akita e di Yamaguchi del sistema di difesa antimissile Aegis Ashore, prodotto dalla statunitense Lockheed Martin. Problemi tecnici e stime dei costi in crescita tra le giustificazioni addotte. Inoltre, come riferito il 25 giugno da Nikkei Asian Review, il Giappone “esplorerà lo sviluppo di capacità di attacco preventivo contro sistemi missilistici nemici come alternativa più economica allo scudo Aegis Ashore”. Nel frattempo, il governatore di Okinawa, Denny Tamaki, ha detto “no” alla possibilità di ospitare missili statunitensi a medio raggio nella sua prefettura.
Giulia Zanette
GAZA: ALTRI MISSILI DA ISRAELE
Altri missili su Gaza venerdì 26 giugno.
Secondo i media – sia israeliani che arabi – l’attacco, simile a quello di due settimane fa, è avvenuto in seguito a due razzi lanciati a loro volta dalla Striscia. Il portavoce dell’IDF, esercito israeliano, ha dichiarato, “gli obiettivi erano “infrastrutture di Hamas usate per la fabbricazione di armi.” Michele Giorgio, inviato de Il Manifesto, riporta anche di cannonate sparate da carri armati israeliani “contro il campo militare di Al Mutaibq.” Il tutto a pochi giorni dal piano di annessione di parte della Cisgiordania, prevista per mercoledì 1 luglio.
Leni Remedios

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