Russia e Turchia pronte a discutere un cessate il fuoco in Libia.
Lo riferisce il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, aggiungendo che Khalifa Haftar, leader delle LNA, è disponibile a firmare, mentre il governo di unità nazionale (GNA) no.
Il Ministro degli esteri libico però, riporta il Libya Observer, afferma esattamente l’opposto.
Fra le richieste di Haftar, una resa delle armi nei prossimi 45-90 giorni, supervisionata dall’Onu.
Nel frattempo si chiariscono le responsabilità dell’attacco alla base nord-occidentale GNA di al-Vatiya: si sarebbe trattato di un Mirage 2000-9 degli Emirati Arabi Uniti, decollato dall’Egitto, che ha distrutto tre sistemi anti-aerei turchi e sistemi radar di produzione ucraina.
Nel prossimo decennio, l’Australia investirà 187 miliardi di dollari nel potenziamento delle sue capacità difensive .( “Dobbiamo prepararci per un mondo post-COVID che sarà più povero, più pericoloso e più disordinato”, ha spiegato il primo ministro australiano, Scott Morrison, aggiungendo che “la regione dell’Indo-Pacifico è l’epicentro di una crescente concorrenza strategica”.
Sulla lista della spesa di Canberra, anche strumenti di tipo informatico e missili antinave a lungo raggio prodotti dalla statunitense Lockheed Martin.
Acquisterà nuovi armamenti per oltre 5 miliardi di dollari anche l’India, motivata dallo scontro del mese scorso tra pattuglie militari indiane e cinesi.
IRAN-CINA: TRATTATO DI COOPERAZIONE PER 25 ANNI
Come annunciato pochi giorni fa dal Ministro degli esteri Zarif, l’Iran firma un trattato di cooperazione strategica di 25 anni con la Cina e l’Occidente si scalda.
“Non vi è nulla di segreto,” aveva insistito Zarif.
I negoziati erano di fatto iniziati già nel 2016.
“È normale che l’Occidente sia preoccupato,” ha riferito giovedì 9 luglio il vice ministro per gli Affari Economici con l’estero Ansari, “Gli anglo-americani cercano di allontanarci da Cina e Russia. Ma al momento, Pechino è l’unica ad acquistare ufficialmente il nostro petrolio.”
I 20 articoli del trattato coprono fra gli altri temi di cooperazione politica, culturale, giudiziaria e di difesa.
Mentre Asia ed Europa rinunciano al gas naturale liquefatto proveniente dagli Stati Uniti , quattro compagnie statali cinesi per la raffinazione del petrolio stanno discutendo la possibilità di formare un cartello fra acquirenti in grado di influenzare il prezzo del greggio.
Lo riferisce Bloomberg citando fonti anonime.
Se istituito, diventerebbe il maggiore acquirente di greggio al mondo.
Nel frattempo, pare che i siti di stoccaggio cinesi ancora utilizzabili inizino a scarseggiare, dopo che nei mesi scorsi la Cina ha fatto incetta di petrolio approfittando del crollo dei prezzi.
“Un secondo mandato di Trump è un pericolo per Israele”.
Così ha dichiarato l’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA John Bolton.
Ma per quale nazione lavorava Bolton?
Sul tema, aggiunge di essere scettico sul piano di pace per il Medio Oriente.
Sulle simiglianze fra Trump e Netanyahu chiarisce: “Non sono affatto simili. Netanyahu è un politico di successo.”
Nel suo recente libro, Bolton critica l’atteggiamento favorevole del presidente verso un incontro con le autorità iraniane per un nuovo accordo sul nucleare, “così come ha fatto con Kim Jong-un in Corea,” dice Bolton, che ha reiterato le critiche a Trump in un’intervista del 9 luglio per il Deutsche Welle.
Mosca ha annunciato il suo ritiro dal meccanismo umanitario dell’Onu per la prevenzione dei conflitti in Siria.
La Russia vi partecipava in forma volontaria.
Come ha spiegato l’ambasciatore russo all’Onu, Vasilij Nebenzja, “le nostre indagini hanno più volte mostrato che alcune delle strutture protette in realtà erano utilizzate come quartier generale dai terroristi”.
D’ora in poi, ha suggerito il diplomatico russo, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari dovrà risolvere il problema delle strutture da proteggere direttamente con il governo siriano.
Mosca, da parte sua, non accetterà più alcuna lista.
Nel frattempo, l’Onu ha accusato Mosca e Damasco di attacchi su scuole, ospedali e mercati nella provincia di Idlib. Sempre che di scuole, ospedali e mercati si tratti.
Si assottigliano sempre di più le possibilità di un ulteriore incontro fra Donald Trump e Kim Jong-un prima delle elezioni presidenziali USA di novembre.
Il ministero degli Esteri nord-coreano si era già espresso nei giorni scorsi, bollando l’iniziativa di Washington come “un trucchetto superficiale per tenere a bada la loro crisi politica.”
Pyongyang accusa gli USA di continuare ad avere un atteggiamento ostile e che nulla è stato fatto in termini di allentamento delle sanzioni.
Venerdì 10 luglio è intervenuta anche la sorella del leader nord-coreano, Kim Yo-jong, che però, allo stesso tempo, ha rilasciato dichiarazioni criptiche su un’eventuale ripresa del dialogo diplomatico in tema nucleare.
Unione europea e Germania devono imparare “il linguaggio della forza” per ottenere una tregua in Libia.
Così il presidente della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, Wolfgang Ischinger, intervistato dal gruppo editoriale tedesco Funke Mediengruppe.
Secondo il diplomatico tedesco, “troppo spesso la diplomazia di coloro che nei conflitti internazionali non sono in grado di minacciare l’impiego di mezzi militari resta retorica”.
Testi a cura di Leni Remedios e Giulia Zanette per Andromeda Project, in collaborazione per la
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