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Diventa legge il provvedimento studiato per far ripartire l'economia italiana

Con 159 voti favorevoli il Senato ha approvato il decreto Rilancio, sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Diventa legge il provvedimento studiato per far ripartire l’economia italiana, duramente colpita dall’emergenza coronavirus. Dopo un lungo iter alla Camera, Palazzo Madama – nonostante le critiche dell’opposizione – si è limitato a confermare il testo trasmesso da Montecitorio. Movimento 5 stelle, Partito democratico, Leu e Autonomie hanno votato compatti per il via libera. Contrari Forza Italia, Lega, FdI e alcuni senatori del Misto: i no alla fine sono stati 121.
Soddisfatto il vice ministro all’Economia, Antonio Misiani. E’ “provvedimento economico più rilevante della storia della Repubblica e cardine della strategia del governo per fronteggiare la crisi”, scrive su fb  dove ricorda che “i tre decreti varati in questi mesi (Cura Italia, Liquidità e Rilancio) hanno stanziato complessivamente 75 miliardi di euro. E’ una cifra enorme, pari a 5 volte l’ultima legge di bilancio”.
Per il governo ora la sfida è passare dall’emergenza alla ripresa, conclude Misiani. “Nei prossimi giorni il governo chiederà al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio, per finanziare una serie di misure gia’ in essere (a partire dagli ammortizzatori sociali), riprogrammare le scadenze fiscali di settembre e promuovere alcuni nuovi interventi per rilanciare lo sviluppo”.
Plaude il Movimento 5 stelle. “Lavoriamo sempre per far ripartire l’Italia e costruire il suo futuro”, sottolinea il capo politico, Vito Crimi. “Il Decreto è una tappa fondamentale: destiniamo 55 miliardi a famiglie, imprese, lavoratori, scuola, con il Superbonus al 110 per cento da noi fortemente voluto. Ora avanti con le prossime sfide”.
Italia viva vota a favore ma pungola i compagni di maggioranza: “Alla chiamata del Decreto rilancio si risponde sì, con la consapevolezza dei suoi limiti e con il realismo di chi ogni giorno affronta le nuove difficoltà di un Paese che già prima del Covid era a tratti inefficiente, burocratico e perso in battaglie ideologico lessicali irrilevanti”, dice Donatella Conzatti che chiede di votare ora favore “degli altri strumenti europei: le risorse Bei per le imprese, Sure per il lavoro e Mes per la sanità”.
Nel centrodestra, la Lega, con il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, risponde a chi nella maggioranza critica le opposizioni: “E’ il caso che qualcuno inizi a ringraziare per il lavoro che stiamo facendo”Ad aprile – quando si votò lo scostamento di bilancio di 55 mld – la maggioranza era in Aula con 158 presenti che non bastavano a garantire lo scostamento. Senza i voti del Misto e di tutto il centrodestra – ricorda – non sareste qui a parlare del decreto rilancio, questa è responsabilità”.
Forza italia parla di “ennesima occasione persa per un governo senza coraggio, senza prospettiva, senza strategia”, afferma Mariastella Gelmini che aggiunge: “Non ci sarà lo shock del quale il Paese aveva bisogno”.
Per Fratelli d’Italia, infine, si tratta di un “decreto omnibus: 266 articoli, migliaia di commi e misure che richiederanno 98 decreti ministeriali attuativi. Un decreto infarcito di cose che non servono al rilancio: mancette, bonus a termine, interventi a pioggia e nessuna visione politica o di progettualità di sistema”, sostiene il vice presidente vicario di Fratelli d’Italia Isabella Rauti.

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